MILANO (Reuters) - Leonardo smentisce "categoricamente" le voci di una presunta fornitura di armamenti alla Marina Militare del Myanmar, e si riserva di intraprendere tutte le azioni necessarie a difendere la propria reputazione.
La risposta arriva dopo le indiscrezioni stampa riportate da alcuni media, secondo cui Leonardo avrebbe fornito cannoni OTO Melara 76/62 alla marina Militare del Myanmar, ipotesi che il gruppo italiano della difesa definisce "del tutto prive di fondamento".
"Leonardo né direttamente né indirettamente attraverso società terze, vende o ha mai venduto cannoni OTO Melara 76/62 alle forze Armate del Myanmar" dice in un comunicato precisando che questo comprende anche il periodo antecedente l’embargo del 1996 e dell’entrata in vigore della legge 185/90 sul controllo delle transazioni relative a materiali di armamento.
Il gruppo ribadisce di attenersi alla legge 185/90 per la vendita ai propri clienti di materiale di armamento, incluso il cannone navale OTO Melara 76/62, ed essendo inoltre il Myamar nella propria lista dei paesi sensibili, ogni ipotesi di transazione, anche di beni civili, con questo paese è soggetta ad un serrato controllo e monitoraggio di leggi e regolamenti.
Ricorda inoltre che per la produzione del cannone 76/62 il gruppo italiano ha un accordo di licenza con la società BHEL che prevede clausole di divieto di vendita ed esportazione senza previa autorizzazione di Leonardo e delle Autorità competenti italiane.
E anche la stessa Bhel, con una nota del 9 gennaio 2025, ha confermato di non aver mai fornito o esportato il cannone 76/62 alla Marina del Myanmar, aggiunge Leonardo.
"L'azienda si riserva di mettere in atto tutte le azioni necessarie a difendere la propria reputazione in merito alla diffusione di informazioni infondate nelle sedi opportune", conclude la nota.
(Andrea Mandalà, editing Stefano Bernabei)