Terminata la fase di slancio post Covid, i mercati sembrano puntare su un atterraggio morbido dell’economia, soprattutto negli Stati Uniti che in base agli ultimi dati dovrebbero riuscire ad evitare la recessione. Tuttavia, inflazione e aumenti dei tassi d’interesse hanno cambiato le dinamiche del mercato nell’ultimo anno, obbligando gli operatori del settore a ridisegnare le strategie d’investimento per i prossimi mesi.
In un contesto comunque migliore rispetto alle aspettative di qualche mese fa, in cui le Borse sono in crescita (il FTSE MIB nell’ultimo anno ha guadagnato oltre il 30%) rimane la delusione legata alle prestazioni dell’obbligazionario. “Dall’inizio dell’anno i ritorni dei titoli di Stato sono stati inferiori all’1% per gli Stati Uniti e al 3% per la zona euro”, spiega Matteo Ramenghi, chief investment officer UBS (NYSE:UBS)Wm Italia.
Tuttavia, prosegue, “i rendimenti rimangono elevati e, a mio avviso, rappresentano un’occasione da cogliere anche attraverso bond di buona qualità con scadenze a medio termine. Infatti, le obbligazioni di buona qualità hanno poche probabilità di perdere valore e, man mano che l’economia rallenta e l’inflazione scende, gli investitori inizieranno a posizionarsi per una riduzione dei tassi d’interesse, che ne dovrebbe far aumentare le quotazioni”.
Per quanto riguarda l’azionario, invece, il forte andamento delle borse da inizio anno è stata guidato dalle aspettative sull’intelligenza artificiale.
“Le fasi di cambiamento tecnologico schiudono sempre opportunità per gli investitori orientati al lungo termine, ma spesso si creano anche eccessi valutativi. Siamo positivi su alcuni temi specifici come il cloud e l’utilizzo dei dati e su alcuni segmenti dell’intelligenza artificiale, ma in generale vediamo maggiori opportunità nei settori più tradizionali”, commenta il cio di Ubs Wm Italia.
“Abbiamo una preferenza per il settore dell’energia, in considerazione del miglioramento del quadro economico e dell’aumento atteso del prezzo del petrolio Future Petrolio Brent per via dell’atteggiamento di alcuni tra i principali Paesi produttori. Siamo positivi anche sui beni di prima necessità, sulle utility che rappresentano una porta d’ingresso sul tema della sostenibilità, e su alcuni titoli industriali”.
Se, dunque, sia azioni che obbligazioni potrebbero produrre ritorni positivi per i prossimi mesi, “è il mercato azionario a presentare maggiori rischi e per questo preferiamo le obbligazioni di buona qualità”, sottolinea Ramenghi.
“Di certo non mancano le aree di incertezza: la geopolitica, l’inflazione che risulta ancora superiore ai target delle banche centrali, i possibili rialzi del prezzo del petrolio e il posizionamento stesso degli algoritmi di trading, per citarne alcuni”, ricorda l’esperto.
Nonostante ciò, conclude, “le opportunità di costruire ritorni duraturi per i prossimi anni non mancano e, con il giusto equilibrio tra le diverse asset class, questi rischi dovrebbero essere gestibili in un’ottica di medio termine”.
Ecco un articolo per approfondire cos'è il FTSE MIB.