Di Alessandro Albano
Investing.com - "Declasseremo i rating dell’Italia in caso di significativo indebolimento delle prospettive di crescita", hanno scritto gli analisti di Moody's in una nota di aggiornamento mercoledì, e l'obbligazionario italiano ne sta accusando il colpo.
Il titolo a a dieci anni è tornato sopra il 4,46% come nel 2013, con la scadenza a due anni ai massimi dal 2012 (2,8%), mentre lo spread sul Bund tedesco (oggi sopra il 2%) ha toccato i 242 punti base.
Al momento, Moody's ha un rating sull'Italia pari a Baa3 con outlook negativo, ma con un downgrade all'orizzonte il profilo di credito potrebbe scendere sotto il gradino di investment grade e quindi finire nella categoria dei "junk bond".
Secondo l'agenzia di rating i rischi sulla crescita italiana arrivano "dall'attuazione delle riforme, comprese quelle delineate nel Pnrr del Paese”, visto che Fratelli d'Italia, novo forza di maggioranza, non ha escluso una rinegoziazione di alcuni punti inseriti nel piano delineato dal governo Draghi.
Per il rating sarebbero negativi anche i segnali di "una probabile crescita del debito in modo significativo, a causa di prospettive di crescita sostanzialmente più deboli, per un aumento dei costi da interessi o per un deciso allentamento fiscale”.
Moody's scarta la possibilità di un aumento del profilo creditizio "nel prossimo futuro", ma l'outlook potrebbe arrivare revisioni positive sull'outlook a 'stabile' "se le istituzioni italiane, le prospettive di crescita e la traiettoria del debito si dimostrassero resilienti ai rischi al ribasso derivanti dall'incertezza delle politiche, dai rischi per la sicurezza energetica e aumento dei costi di finanziamento”.
Il rispetto e l’attuazione delle riforme strutturali porterebbero, invece ad "una stabilizzazione dell'outlook se accompagnata da un piano credibile di consolidamento fiscale di medio termine che impedisse un aumento significativo del debito”.