Di Alessandro Albano
Investing.com - Dopo la spallata di lunedì, avvenuta solo poche volte nella crisi delle dot.com ad inizio millennio, i listini statunitensi sono di nuovo sotto pressione di vendita in attesa delle decisioni della Federal Reserve di mercoledì sera.
Il NASDAQ perde il 2,1% (circa 300 punti), il Dow Jones cede l'1,2%, lo S&P 500 registra il -1,7%, mentre il Russell 2000 arretra del 2,1%. Balza il Volatility Index, +13% in area 34 (massimi di aprile 2020).
Con il titolo a 10 anni che si muove di nuovo verso l'1,8%, il mercato prezza ampiamente la possibilità di vedere il target dei fed funds all'1%-1,25% a fine 2022, mentre il drenaggio di liquidità che deriverà dalla fine di QE e dalla riduzione del bilancio sembra essere ancora non completamente digerito.
Per gli analisti di Algebris, "Powell dovrà chiarire quantità e sequenza del quantitative tightening, perché i mercati ora valutano bene l’entità dei rialzi del 2022 ma meno la quantità di riduzione del bilancio".
Il rendimento del Treasury a 30 anni, ricordano gli analisti, è ancora ancora del 2,1%, molto sotto l’inflazione, e gli spread tra le scadenze a 5 e 30 anni sono ora di 50 punti base, vicini ai minimi a 5 anni.
"Questo indica che il mercato si aspetta rialzi dei tassi, ma con la speranza che funzionino rapidamente per ridurre l’inflazione, e non considera affatto una riduzione del bilancio", affermano gli esperti, aggiungendo che la riunione di oggi "potrebbe trasformarsi in un campanello d’allarme per la parte lunga della curva, con un impatto potenzialmente forte sui mercati del credito e sui deflussi obbligazionari".