MILANO (Reuters) - Banchieri e investitori si aspettano che gli emittenti italiani corporate e finanziari partano in quarta a gennaio, cavalcando il tradizionale slancio di inizio anno sui mercati obbligazionari per ottenere rendimenti interessanti.
Mentre il primo trimestre è un periodo molto intenso per le vendite di debito in generale, gli emittenti italiani hanno i propri motivi per sfruttare il rinnovato appetito degli investitori per le obbligazioni, prima di qualsiasi potenziale instabilità politica in vista del voto di giugno per il Parlamento europeo.
"C'è grande domanda da parte degli investitori, i quali non vedono minacce immediate che possano alterare la situazione macroeconomica e geopolitica nel brevissimo termine", ha detto Marco Spano, managing director e co-head of debt capital markets and financing di Mediobanca (BIT:MDBI).
"Ci aspettiamo da parte di emittenti italiani un primo semestre – e ancora di più un primo trimestre - molto forte, già da inizio gennaio, in termini di volumi. Chi ha aspettato vorrà approfittare di questa congiuntura favorevole e rifinanziare, e farlo prima che le elezioni europee possano alimentare la volatilità sul mercato".
Nonostante una politica di bilancio relativamente solida, il governo ha innervosito gli investitori con mosse 'market-unfriendly', come la tassa sugli extraprofitti delle banche che Roma ha imposto di punto in bianco ad agosto e che poi ha di fatto abbandonato.
Secondo i banchieri milanesi, la campagna elettorale per il Parlamento Ue potrebbe vedere il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini irrigidire la posizione della Lega nel tentativo di guadagnare voti, andando a intaccare il sentiment degli investitori.
Quest'anno molte aziende italiane hanno evitato i mercati obbligazionari, utilizzando la liquidità disponibile con l'aumento dei costi dei crediti e rinviando gli investimenti, in un contesto di deterioramento delle prospettive economiche e di incertezza sul livello massimo dei tassi di interesse.
Mediobanca ha calcolato che le emissioni di obbligazioni societarie italiane si sono attestate a 24,4 miliardi di euro quest'anno, un valore superiore ai 16,2 miliardi dell'anno scorso ma ben al di sotto dei 37,4 miliardi raccolti dalle società nel 2021, prima che la guerra in Ucraina e l'inizio di un ciclo aggressivo di rialzo dei tassi penalizzassero i mercati obbligazionari nel 2022.
Nelle ultime settimane, lo scenario è nettamente migliorato grazie a un forte calo dei tassi con il placarsi dei timori per l'inflazione.
Sebbene l'Italia continui a premiare gli investitori con un interessante premio al rischio, questo si è ridotto dopo che tutte le principali agenzie di rating hanno dato al Paese un giudizio positivo in occasione delle revisioni periodiche, favorendo gli emittenti italiani.
Alcune banche hanno già colto la palla al balzo, con Banco Bpm (BIT:BAMI) che il mese scorso ha venduto bond Additional Tier 1 (AT1), il tipo di debito bancario più rischioso, rientrato in gioco dopo lo shock del salvataggio di Credit Suisse.
Francesco Castelli, responsabile del reddito fisso di Banor Capital, ha detto che l'esito positivo delle revisioni del rating del debito italiano offre agli investitori un periodo di almeno sei mesi in cui non dovranno preoccuparsi delle decisioni delle agenzie di rating.
"Beneficiando del rally che i titoli di Stato italiani hanno messo a segno negli ultimi due mesi, con la compressione dello spread [rispetto al più sicuro Bund tedesco], le banche italiane hanno rifinanziato debito anche su tipologie più rischiose e sfidanti, come gli strumenti Tier1", ha detto Castelli.
"Ci aspettiamo che questo trend prosegua il prossimo anno".
(Valentina Za, tradotto da Chiara Scarciglia, editing Antonella Cinelli)