Di Geoffrey Smith
Investing.com - Philips (AS:PHG) ha fornito un chiaro esempio di cosa ci sia in gioco mentre Stati Uniti e Cina si preparano a riprendere i dialoghi per risolvere gli attriti commerciali questo giovedì.
Il colosso olandese di prodotti e servizi sanitari ha deluso di gran lunga le aspettative nel terzo trimestre ed è stato costretto ad ammettere che i suoi tre anni di miglioramento dei margini di profitto giungeranno di conseguenza al termine quest’anno.
Il titolo della compagnia è crollato di quasi il 9% in reazione, il tonfo maggiore in oltre un anno, trascinando giù dello 0,6% l’indice locale AEX.
E questo in una giornata in cui i mercati azionari europei sono altalenanti ma in range stretto, mentre vengono valutate le notizie in arrivo dai media USA e cinesi in vista delle trattative. L’indice Stoxx 600 scende di meno dello 0,1% a 380,24 alle 5:15 ET (09:15 GMT), mentre il britannico FTSE 100 è pressoché invariato ed il tedesco Dax sale dello 0,2%.
In ciascuno degli ultimi tre anni, Philips aveva alzato il dato sui margini di profitto di almeno un punto percentuale. L’amministratore delegato Frans van den Houte ha affermato che il miglioramento di quest’anno sarà di solamente 10-20 punti base invece (un punto base corrisponde ad un centesimo di punto percentuale). Ha promesso di adottare “azioni di attenuazione” (tradotto: “tagli dei costi”) per risolvere il problema.
Probabilmente il titolo era destinato ad una correzione, essendo salito al massimo di 19 anni quest’anno. Persino dopo il tonfo del 9%, a 27 volte gli utili, continua a non sembrare economico ed un rendimento del dividendo di appena il 2% difficilmente appare allettante agli occhi degli investitori da reddito.
Persino così, con la ristrutturazione che Philips ha effettuato nel giro di tre anni, van den Houte ha accumulato un sacco di capitale con gli investitori e le sue attività sembrano in salute se si guarda oltre i problemi a breve termine derivanti dallo scontro commerciale. Van den Houte sottolinea che “lo slancio di crescita è ancora forte” ed il rimbalzo del 6% delle vendite al netto delle valute sembra supportare questa idea. Gli ordinativi sono rimasti invariati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, eccezionalmente forte.
In questo contesto, il crollo di oggi potrebbe facilmente dimostrarsi un’opportunità di acquisto. Il rischio è che, se le trattative commerciali a Washington dovessero saltare, ci si potrebbe ritrovare ad “afferrare il coltello che cade”.
E lo stesso si potrebbe dire di un sacco di titoli quando si chiuderà la stagione degli utili di questo trimestre.