Di Senad Karaahmetovic
Nonostante il rally di due mesi dei titoli azionari USA che ha portato l’S&P 500 ad un’impennata del 17% dai minimi di giugno, Lori Calvasina, a capo delle strategie sull’azionario USA di RBC, non ritiene che ci siano abbastanza prove per dichiarare la fine della ripresa dei titoli azionari.
L’analisi di RBC delle revisioni al rialzo delle stime sugli EPS lato sell per l’S&P 500 su una combinazione di EPS per il primo ed il secondo anno fiscale degli utili dagli anni Novanta, dimostra che è possibile che i titoli registrino importanti bottom prima che le stime sugli EPS vengano completamente tagliate.
“Pur restando preoccupati che il bisogno di far scendere le stime sugli EPS 2022 e 2023 contribuirà alla volatilità sui mercati azionari nei prossimi mesi, questo esercizio ci rende più preoccupati per un altro ribasso dell’S&P 500 che semplicemente cederà parte dei recenti guadagni o ritesterà il minimo di giugno, e riduce i nostri timori riguardo ad un nuovo minimo”, scrive Calvasina in una nota ai clienti.
L’esperta dice agli investitori dell’idea che l’S&P 500 sia costoso che possono comunque trovare buoni affari nel mondo delle Small Cap. E nota che il Nasdaq comincia a sembrare overbought sul mercato dei future.
“Le posizioni su contratti S&P 500, R2000 e Dow sono ancora nei primi giorni della ripresa, un segnale positivo”, conclude l’esperta di RBC.