Investing.com - Siamo entrati in nuovo preoccupante capitolo della crisi ucraina, e i mercati azionari, molto legati al contesto geopolitico attuale, reagiscono di conseguenza. I future per l'avvio odierno in Europa indicano -500 punti per il Mib sui -425 persi lunedì, -400 per il Dax dal 2% ceduto alla vigilia, e un calo di 150 punti per il Cac (-140 punti ieri).
Pesanti ripercussioni anche per i mercati russi, con il MOEX Russia in calo del 6,6% dopo il crollo del 10% registrato ieri (-24% in quattro sedute) e RTSI in ribasso del 7,3% dopo aver perso circa il 30% da giovedì scorso. Molto colpito anche il credito, con titolo a 10 anni balzato al 10,8% di rendimento e CDS a cinque anni schizzato del 13% a 268 come nel marzo 2016.
Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato il dispiegamento di truppe nelle due regioni separatiste nell'Ucraina orientale dopo averle riconosciute come indipendenti a seguito della loro stessa richiesta. Un segnale, questo, che ha accelerato le preoccupazione per un intervento di Mosca, che potrebbe usare il pretesto di difesa delle comunità russe per entrare nello stato dell'Est Europa che ospita posizioni Nato.
Sebbene non sia chiara l'intenzione di Mosca, le misure militari hanno attirato la condanna degli Stati Uniti e dell'Europa e la promessa di nuove sanzioni, mentre un alto funzionario statunitense ha affermato che il dispiegamento nelle regioni separatiste controllate dai filo russi non costituisce ancora una "nuova invasione", ma una campagna militare più ampia potrebbe arrivare in qualsiasi momento.
"Sembra che la situazione possa drammaticamente degenerare in qualsiasi momento e questo manterrà gli investitori sul filo del rasoio per ora", scrivono gli analisti di Oanda in una nota. "Il fatto che la diplomazia sia ancora perseguita è incoraggiante, ma il rischio che questo trabocchi non è stato maggiore. Potremmo essere sull'orlo di qualcosa di terribile che sta continuando ad alimentare la negatività dei mercati".
L'escalation in Ucraina ha trascinato in ribasso anche i listini asiatici, con Nikkei in calo dell'1,7%, Hang Seng in ribasso del 3% e Shanghai Composite al -1%. Per quanto riguarda Wall Street, dopo la chiusura di lunedì, i future indicano un calo di 300 punti per il nasdaq e di 500 per il Dow Jones.
Forti aumenti per le materie prime legate alla produzione russa, con Brent vicino ai 95$ al barile e Palladio a $2400, mentre l'oro è scambiato oltre i $1.910 per oncia.
Nell'agenda macroeconomica, attenzione all'inflazione IPC dell'Italia e l'indice di fiducia delle imprese Ifo in Germania. Per gli Stati Uniti, arriveranno il PMI manifatturiero, composito e dei servizi, nonché la fiducia dei consumatori del Conference Board.