MILANO (Reuters) - Il premier Matteo Renzi ha annunciato la fine del proprio governo dopo la pesante sconfitta al referendum costituzionale, che ha visto il 'No' prevalere con quasi il 60% dei voti. [nL5N1E00E6]
Di seguito le view di portafoglio dei gestori esteri:
AXEL BOTTE, fixed income strategist di Natixis Asset Management
Non cambiamo la nostra strategia. Avevamo la view che la curva dei rendimenti in Italia si sarebbe irripidita e quindi sovrappesavamo la parte a breve e sottopesavamo la parte a lunga. La parte a breve è dove ci aspettiamo la salita contro Bund mentre su quella a lunga peserà l'incertezza politica.
Questa reazione composta del mercato è rassicurante, le riforme proseguiranno.
L'incertezza potrebbe tornare ma la Bce estenderà il Qe, il quadro delle emissioni è favorevole, il Tesoro italiano ha quasi completato il programma di emissioni, i rimborsi sosterranno il mercato e gli investitori domestici tendono a reinvestire.
Nelle prossime settimane lo spread non si allargherà di molto ma l'incertezza politica potrebbe irripidire ulteriormente la curva.
Il nostro credit portfolio team è ragionevolmente ottimista sul credito delle grandi banche italiane come Unicredit (MI:CRDI).
DANIEL MORRIS, Strategist, BNP Paribas IP
Ci avevano detto che una vittoria del 'no' sarebbe stata la fine del mondo. La buona notizia è che il risultato non ha sorpreso anche se lo scarto fra 'sì' e 'no' è stato maggiore del previsto e vicino al 20%. Questo vuol dire che il mercato la sta prendendo con un po' troppa calma. Non penso che il mercato prezzasse una sconfitta di queste dimensioni.
Abbiamo deciso di adottare un atteggiamento 'wait and see', di stare cioè alla finestra. Molto dipenderà da quello che farà la Bce. Mi aspetto che estenda (l'arco temporale del) Qe (lasciandolo) a 80 miliardi ma c'è un rischio di delusione se l'importo sarà inferiore. L'altro fatto è la ricapitalizzazione delle banche, specialmente di Mps (MI:BMPS), che sarebbe stata difficile anche nelle circostanze migliori. Se fallisce si tornerà a parlare di bail-in che è un argomento politicamente tossico.
ANDREA IANNELLI, Investment Director obbligazionario di Fidelity International
L'esito del voto non cambia molto, nell'immediato la reazione del mercato conferma nostra view che gran parte del 'no' era largaente prezzato. Non siamo molto lontani da rendimenti di venerdì mattina, non c'è nessun senso di panico.
Considerato che l'ipotesi di base è quello di un governo tecnico che traghetterà il Paese con focus sulla riforma della legge elettorale non ci aspettiamo grandi allargamente dello spread.
Il focus per noi resta il meeting Bce. Difficilmente gli investitori vorranno vendere Btp in attesa di questo appuntamento. Ci aspettiamo che estenda programma di acquisti, quindi spazi per allargamento di spread significativi sono limitati.
Noi siamo stati più costruttivi su reddito fisso italiano andando verso il referendum: nel nostro portafoglio a benchmark abbiamo esposizione a Btp e non l'abbiamo ridotta ultimamente scommettendo che il fattore tecnico della Bce farà da padrone nei mesi a venire in termini di performance.
Sulle banche le ricapitalizzazioni rappresenteranno più un ostacolo per gli investitori azionari mentre come investitori obbligazionari il nostro focus resta sulle banche che hanno margini di riduzione degli Npls, i 'national champions' con base di capitale più forte e rete più capillare. In un contesto di mercato che premia questo tipo di strutture queste ultime si troveranno in una posizione migliore per incrementare la loro base di profitti e di capitale e questo andarà a supportare le loro obbligazioni.
MASSIMILIANO MAXIA, Fixed Income Product Specialist di Allianz (DE:ALVG) Global Investors
Il mercato aveva anticipato la vittoria del "no" nei giorni scorsi, la reazione di oggi è composta. Mi sembra la continuazione del trend di rialzo di rendimenti accentuato dall'elezione di Trump sulle attese di un'espansione fiscale in Usa con effetti anche sul mercato europeo.
Credo che il focus degli investitori si sposterà adesso su riunione Bce da cui mi aspetto una estensione del Qe per almeno sei mesi che dovrebbe contenere la volatilità.
Dal punto di vista degli investimenti siamo in un momento di attesa; continuiamo a pensare che ci sia valore nell'obbligazionario con maggiore selettività. Allargamenti di spread significativi possono diventare opportunità di acquisto. Sul Btp 10 anni 2,20-2,30% sarebbe un livello interessante per acquistare anche se al momento non stiamo movimentando il portafoglio e siamo in una posizione di neutralità su Italia e su periferici in generale.
Reazione mercato composta anche se problemi banche sono tutti sul tavolo. Ci aspettiamo volatilità a seconda delle decisioni politiche che verranno prese in Italia. Ma come abbiamo visto anche con Brexit la volatilità immediatamente è stata contenuta perché le banche centrali stanno ancora guidando il sentiment degli investitori.
ANDREA DELITALA, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management
La nostra strategia di investimento non cambia, avevamo già deciso di comprare quando il mercato si era preoccupato per i sondaggi a favore del 'no': abbiamo comprato Btp vendendo Schatz 2 anni e abbiamo comprato FTSE Mib in sostituzione di un po' di Europa.
Stamattina stavamo valutando se comprare qualche cosa ancora, per esempio le banche, ma lo avremmo fatto se avessero sofferto di più; adesso poi tutto il mercato è migliorato, il che non sorprende data la sottoperformance già accumulata negli scorsi mesi.
Rimaniamo dunque con la nostra posizione leggera a favore dell'Itala già costruita prima del risultato del referendum perchè il mercato aveva già offerto opportunità d'acquisto.
Sul fronte delle banche un governo non del tutto politico potrebbe avere più possibilità di negoziare con l'Europa l'opzione di un intervento pubblico nazionale oppure, come accaduto in Spagna, un aiuto del fondo salvastati che sarebbe però condizionato a una ristruttuazione e al 'dimagrimento' delle banche aiutate e ad un programma di rientro di questo debito.
UGO MONTRUCCHIO, gestore Multi-Asset, Schroders (LON:SDR)
La nostra strategia di investimento non cambia per il momento perchè il voto era già ben rifleso nei mercati. La mia view personale è che la risposta dei mercati al voto di ieri sarà nel medio termine e non nel breve termine. Come per Brexit vedo un evento che ha ripercussioni più a tre-sei mesi.
Lo spread Btp/Bund è possibile che salga verso i 200 punti base ma, se escludiamo il caso che la Bce inizi un programma di tapering, le valutazioni di adesso sono in linea con i sondaggi che anticipavano il 'no'.
Di qui a marzo per i finanziari italiani bisognerà vedere la rapidità dell'esecutivo e poi il possibile cambio di rating Dbrs che impatterebbe la redditività delle banche a livello di haircut con la Bce.
Nel medio termine questo voto può aumentare l'incertezza politica italiana e creare pressione aggiuntiva sul settore finanziario.
GERO JUNG, chief economist di Mirabaud AM
Abbiamo deciso di restare neutrali sull'azionario della zona euro mentre potremmo diventare più negativi sull'euro su cui al momento abbiamo una view neutrale. L'esito del voto aumenta le chance di un prolungamento del Qe da parte della Bce e di cambiamenti delle modalità con cui acquista i titoli di stato e poi ci aspettiamo sei rialzi dei tassi Fed, uno a dicembre, due l'anno prossimo e tre nel 2018. Vediamo possibile la parità euro/dollaro nei prossimi 3-6 mesi.
La reazione del mercato italiano non è catastrofica perchè molto era già stato prezzato; la questione principale rimane quella della stabilità del settore bancario ma il mercato sta speculando che un governo tecnocratico non sarà poi così negativo. Inoltre le necessità di ricapitalizzazione delle banche italiane a causa degli Npls -- 35 miliardi, pari al 2% del Pil -- sono realizzabili se pensiamo che quelle delle banche tedesche erano pari all'8% del Pil sette anni fa. Sul lato Eurozona guardando avanti rimangono rischi politici.
(Maria Pia Quaglia)
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