di Robin Emmott
BRUXELLES (Reuters) - Venerdì la Commissione europea dirà che le leggi di Stabilità 2015 di Francia, Italia e Belgio rischiano di violare le regole di bilancio comunitarie, ma rinvierà qualsiasi decisione formale al mese di marzo.
I tre Paesi, mostra una bozza di conclusioni letta da Reuters, fanno parte di un gruppo a rischio censura che comprende anche Spagna, Portogallo, Austria e Malta.
La Commissione sollecita tutti questi Paesi a non violare le regole ma rimanda Roma, Parigi e Bruxelles a un secondo esame in marzo.
In questo modo viene concesso più tempo ai tre Stati membri per correggere le loro strategie di politica economica in vista della decisione dell'esecutivo Ue.
Il 14 novembre una fonte Ue ha riferito a Reuters che la Commissione chiederà all'Italia una ulteriore riduzione del deficit strutturale per il 2015, sancendo che la manovra non fa abbastanza per rispettare del tutto le regole di bilancio.
Solo in marzo, quindi, la Commissione deciderà se sanzionare la Francia per non aver rispettato gli obiettivi di riduzione del deficit e se aprire una procedura di infrazione nei confronti di Italia e Belgio per l'ancora alto livello del debito pubblico.
"Nel complesso, la Commissione è del parere che il bilancio della Francia, che è attualmente sotto il braccio correttivo, sia a rischio di non conformità con le disposizioni del Patto di stabilità e crescita", si legge nella bozza, che usa espressioni analoghe per Italia e Belgio.
A settembre il ministero dell'Economia italiano ha stimato che rispettare itegralmente le richieste europee richiederebbe una correzione complessiva "pari a 2,2 punti" di Pil nel 2015, 35 miliardi in valore assoluto.
L'esecutivo comunitario pubblicherà venerdì le valutazioni sui progetti di bilancio dei Paesi che compongono l'Eurozona, con l'eccezione di Grecia e Cipro, che sono sottoposti a piani di sostegno finanziario.
È la prima volta che la Commissione adotta questa procedura da quando, dopo la crisi dei debiti sovrani, ha ricevuto più poteri per garantire che i governi nazionali non ignorino le regole di bilancio.
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