MILANO (Reuters) - La riduzione degli asset in sofferenza delle banche italiane proseguirà in maniera "significativamente più graduale" rispetto ad altri Paesi come Spagna e Irlanda.
Lo sostiene Standard and Poor's in un report pubblicato oggi e dedicato all'ampio carico di 'non performing asset' (Npa) che ancora grava sugli istituti di credito dei Paesi periferici dell'area euro.
Nonostante una marginale riduzione l'anno scorso, S&P prevede che la massa degli Npa in bilancio alle banche italiane -- circa il 19% del totale dei prestiti lordi a fine 2016 -- sarà a fine 2018 ancora probabilmente superiore al 16%, anche qualora si riuscissero a concretizzare le cessioni di Npa per 50 miliardi di euro annunciate finora.
Su una massa di Npa di 330 miliardi di euro a fine 2016, S&P prevede una riduzione "solo marginale" nel 2017 e nel 2018, per non oltre un 3-5% l'anno (stima che tuttavia -- sottolinea il report -- non tiene conto di eventuali nuove e ampie operazioni straordinarie di cessione e svalutazione di asset da parte delle banche).
Secondo l'agenzia di rating "la solida crescita economica e la graduale ripresa del mercato immobiliare in Irlanda e Spagna hanno favorito e sostenuto la ripresa dei rispettivi settori bancari, molto di più che in Italia e Portogallo. Questi due fattori continueranno a contribuire la riduzione della massa degli Npa e, di conseguenza, delle perdite su crediti nei due Paesi".
S&P osserva poi che per una più efficace risoluzione del problema degli Npa occorre "rimuovere gli ostacoli che ancora persistono in gran parte di questi Paesi, nonostante i recenti miglioramenti. Nello specifico, le carenze negli schemi legali e giuridici e il divario di pricing tra valori di libro e valori di mercato dei non performing loan continuano a scoraggiare le banche dal disfaresene rapidamente, specie in Italia e Portogallo".