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Oro al massimo di 6 mesi spinto dai timori per l’Ucraina

Pubblicato 13.03.2014, 09:21

Investing.com - I prezzi dell’oro sono in aumento al massimo di sei mesi per il secondo giorno consecutivo questo giovedì, dal momento che la richiesta di beni rifugio è rimasta supportata dai timori per lo stallo in Ucraina.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile sono saliti al massimo della seduta di 1.375,20 dollari l’oncia, il massimo dal 9 settembre.

I prezzi si sono attestati a 1.374,40 dollari l’oncia durante gli scambi della mattinata europea, in salita dello 0,28%, o di 3,90 dollari. I futures ieri hanno subito un’impennata dell’1,77%, o di 23,80 dollari l’oncia, a 1.370,50 dollari.

I prezzi troveranno supporto a 1.327,50 dollari l’oncia troy, il minimo dal 10 marzo e resistenza a 1.391,70 dollari, il massimo dal 9 settembre.

Intanto, l’argento con consegna a maggio è salito dello 0,35%, o di 0,07 dollari a 21,42 dollari l’oncia troy. L’argento ha chiuso la seduta di ieri con un’impennata del 2,61%, o di 0,54 dollari, a 21,35 dollari l’oncia.

I traders continuano a monitorare gli eventi in Ucraina, dove le tensioni per le decisioni della Russia nella regione della Crimea hanno fatto aumentare la richiesta di investimenti rifugio.

Ieri il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato che se il Presidente russo Vladimir Putin non ritirerà il sostegno al referendum per annettere la Crimea alla Russia, gli USA e gli alleati “saranno costretti ad applicare un costo alla Russia per violazione delle leggi internazionali e per invasione dell’Ucraina”.

I commenti del Presidente Obama hanno seguito l’avvertimento alla Russia da parte dei Leader dei sette paesi più industrializzati perché non annetta la Crimea.

Secondo i leader, l’annessione russa della Crimea “potrebbe avere serie implicazioni per l’ordine legale che salvaguarda l’unità e la sovranità di tutti gli stati”.

Se la Russia andrà avanti, il G7 ha dichiarato che risponderà con un’ulteriore azione “individuale e collettiva”.

Intanto, gli investitori attendono gli importanti dati economici statunitensi nel corso della giornata per avere ulteriori indicazioni sulla forza dell’economia e il futuro della politica monetaria.

Gli USA rilasceranno i dati sulle vendite al dettaglio e i prezzi all’importazione, nonché il report governativo settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.

Sul Comex, i futures del rame con consegna a maggio scendono dello 0,85% a 2,937 dollari in seguito al rilascio dei dati deludenti dalla Cina.

La produzione industriale cinese è salita al tasso annuo dell’8,6% nel primo bimestre del 2014, il minimo per il primo bimestre dal 2009 e al di sotto del previsto aumento del 9,5%.

Un secondo report ha indicato che le vendite al dettaglio cinesi sono aumentate dell’11,8%, dato inferiore alle aspettative, nello stesso periodo, il ritmo più lento per il primo bimestre dal 2004.

Il rame è andato sotto forte pressione alla vendita nelle ultime sedute per via dei crescenti timori per lo stato dell’economia cinese che hanno fatto diminuire la richiesta di investimenti legati alla crescita.

Il metallo industriale ieri è sceso a 2,908 dollari la libbra, il minimo dal luglio 2010.

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