Investing.com - I futures dell’oro scendono negli scambi statunitensi di questo mercoledì, l’appeal del metallo come investimento rifugio si è ridotto per via della ripresa del prezzo del greggio e dei mercati azionari globali.
Il prezzo del greggio ha visto una ripresa questo mercoledì, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della seduta mostrino un aumento minore del previsto delle scorte statunitensi la scorsa settimana.
Intanto, i mercati azionari globali sono positivi: il sentimento è stato incoraggiato dall’aumento del prezzo del greggio e dalle crescenti aspettative che la Banca Centrale Europea possa annunciare nuove misure di stimolo domani a conclusione della revisione della politica monetaria.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna ad aprile scende di 12,20 dollari, o dello 0,96%, al minimo intraday di 1.250,00 dollari l’oncia troy prima di attestarsi a 1.254,00 dollari alle 13:50 GMT, o alle 8:50 ET, in calo di 8,90 dollari, o dello 0,7%.
Il prezzo del metallo giallo è stato supportato nelle ultime settimane tra le speculazioni che la Federal Reserve possa decidere di non alzare i tassi di interesse in occasione del vertice di politica monetaria della prossima settimana.
Venerdì, l’oro è schizzato al massimo di 13 mesi 1.280,70 dollari, dopo i dati sull’occupazione USA che hanno mostrato un aumento dei nuovi posti di lavoro ma un calo degli stipendi, spingendo gli investitori a ridimensionare le aspettative sulla tempistica di un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed quest’anno.
Il prezzo del metallo giallo ha subito un’impennata di quasi il 18% finora quest’anno poiché gli investitori scelgono gli investimenti rifugio per via dell’instabilità sugli altri mercati finanziari.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo scendono di 5,9 centesimi, o dello 0,38%, a 15,32 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata newyorkese.
Intanto, i futures del rame salgono di 0,6 centesimi, o dello 0,27%, a 2,228 dollari la libbra. Il prezzo del metallo rosso è crollato di quasi il 3% ieri dopo gli ultimi dati commerciali cinesi che hanno scatenato i timori per lo stato di salute della seconda economia mondiale.
Le esportazioni cinesi sono crollate del 25,4% rispetto all’anno precedente a febbraio, molto più del calo del 12,5% previsto ed il crollo mensile maggiore dal maggio del 2009, mentre le importazioni hanno segnato un crollo del 13,8%, rispetto al 10,0% previsto.
La nazione asiatica è responsabile di circa il 45% della richiesta globale di rame ed è quindi considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.