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Tiscali, soci russi aprono a iniezione capitali, riassetto complesso

Pubblicato 12.10.2018, 16:14
Aggiornato 12.10.2018, 16:21
© Reuters.  Tiscali, soci russi aprono a iniezione capitali, riassetto complesso
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MILANO (Reuters) - Tiscali (MI:TIS) corre a Piazza Affari sull'ipotesi di riassetto azionario e di scorporo degli asset, ma, stando a diverse fonti, la situazione è piuttosto complessa e non priva di incognite.

Un quotidiano oggi ha scritto che allo spezzatino del gruppo sardo sono interessati Fastweb, controllata da Swisscom, e l'operatore di private equity svizzero SpringWater Capital, che sul sito si definisce "una società di investimenti multi strategy", focalizzata sulle cosiddette "special situations", fondata nel 2002.

Secondo una fonte vicina alla situazione, Fastweb non sarebbe interessata a entrare nel capitale, mentre una seconda fonte dice che il private equity SpringWater Capital è solo uno dei potenziali investitori a cui è stato sottoposto il dossier Tiscali. Ma, alla luce della situazione finanziaria e legale della società di telecomunicazioni fondata da Renato Soru, un deal non sarebbe affatto facile.

Le indiscrezioni stanno facendo correre il titolo Tiscali: attorno alle 16, infatti, sale di oltre 2%, a 0,0134 euro, dopo aver toccato un massimo di 0,0144 euro. Scambi intensi: sono passati di mano circa 72 milioni di pezzi, contro una media dell'intera seduta di 22,609 milioni negli ultimi trenta giorni.

SOCI RUSSI RILUTTANTI

Per capire cosa sta succedendo occorre fare un passo indietro, al 30 luglio scorso, giorno in cui Tiscali e Fastweb hanno annunciato un accordo finalizzato al rafforzamento della partnership strategica, avviata nel dicembre 2016, operazione del valore di circa 150 milioni, che non prevede interventi nell'azionariato.

L'operazione è soggetta a un piano attestato di risanamento ex articolo 67 della legge fallimentare e, secondo le precedenti comunicazioni di Tiscali, è previsto il completamento entro fine novembre.

Per arrivare al piano di risanamento, dicono le fonti, è necessaria un'iniezione di capitali ("Parliamo di 10-20 milioni", dice una fonte). Il comunicato sul cda del 10 settembre scorso riferiva di negoziazioni in corso con ICT e Sova per "la sottoscrizione di un prestito obbligazionario convertibile cum warrant per massimi 15,6 milioni".

L'atteggiamento dei soci russi ha visto vari cambiamenti di fronte, dice una delle fonti.

Sebbene si siano impegnati a ricapitalizzare, ICT e Sova, scottati dalle perdite, nelle settimane scorse hanno manifestato l'intenzione di non aprire nuovamente i cordoni della borsa. L'ultima riunione del cda, però, dice la fonte, ha visto "un'apertura da parte dei russi".

L'azionista di maggioranza relativa del gruppo di tlc sardo è Investment Construction Technology Group, che, attraverso ICT Holding, secondo il sito Consob, controlla il 23,523% del capitale. ICT fa capo al magnate russo Vadim Belyaev, numero uno di Bank Otkritie.

Gli altri azionisti rilevanti sono Sova Disciplined Equity Fund (9,985%) -- che il 26 giugno scorso si è impegnato, insieme a ICT, a versare nel corso del 2018 nuove risorse finanziare per un ammontare complessivo pari a 35 milioni -- e Sova Capital Limited, che, attraverso LLC Concern Rossium, ha in pancia il 7,094%.

Infine, Soru, tuttora consigliere di amministrazione, tramite Cuccureddus srl in liquidazione, Monteverdi spa e direttamente, ha in mano il 9,529% del capitale.

IL NODO DEI DEBITI SCADUTI

Stando all'ultima informativa al mercato, datata fine settembre, Tiscali ha un indebitamento finanziario netto di 174,819 milioni.

Coi 150 milioni dell'accordo con Fastweb, dunque, la situazione finanziaria tornerebbe in sostanziale equilibrio. Ma, fa notare una seconda fonte vicina alla situazione, non si capisce allora perché il gruppo sardo dovrebbe ricorrere alla procedura prevista dall'articolo 67. Il nodo sarebbero le posizioni debitorie scadute: al 31 agosto scorso, infatti, Tiscali aveva debiti commerciali netti scaduti pari a 69,1 milioni, debiti finanziari scaduti per 31 milioni, debiti tributari scaduti pari a 13 milioni e scaduti di natura previdenziale verso i dipendenti per 1,7 milioni. Stiamo parlando di oltre 100 milioni di debiti scaduti.

Questa situazione di squilibrio finanziario, stando a una delle fonti, ha portato il dossier Tiscali all'esame di diversi soggetti che stanno scandagliando il mare dei debiti corporate classificati dalle banche come sofferenze o incagli.

Nel frattempo, Tiscali porta avanti le trattative con le banche creditrici: ha chiesto a Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Banco Bpm (MI:PMII) "una moratoria sui pagamenti dovuti ai sensi del first facility agreement e del second facility agreement, a decorrere dai pagamenti dovuti al 30 settembre 2017, nonché, alla luce del nuovo piano 2018-2021 in fase di definizione, a sottoporre una nuova ipotesi di manovra finanziaria che prevede una complessiva ristrutturazione dell'indebitamento senior", si legge nell'informativa al mercato.

Tiscali, inoltre, ha chiesto al pool leasing di "ristrutturare il piano di ammortamento complessivo del debito per leasing relativo all'immobile di Sa Illetta".

Le negoziazioni con i creditori sono in corso. Una terza fonte nega che ci sia una situazione di "stallo" con le banche e sottolinea che, in linea con quanto indicato a fine luglio, ci sono quattro mesi di tempo per trovare un accordo.

Il cda -- che ha deciso di rinviare l'approvazione della semestrale, inizialmente prevista per il 14 settembre -- si riunirà "nuovamente in data successiva al 30 settembre".

(Massimo Gaia)

-- ha collaborato Stefano Rebaudo

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