Di Alessandro Albano
Investing.com - Inizia questa settimana la stagione delle trimestrali a Wall Street che vedrà come apripista i colossi bancari JPMorgan (NYSE:JPM), Morgan Stanley (NYSE:MS), Citigroup Inc (NYSE:C) previste per il 14 ottobre, mentre Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS) aggiornerà il mercato il 18 ottobre.
Secondo Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia, le banche a stelle e strisce potrebbero registrare risultati "sopra le attese nonostante il calo nell’attività di M&A", con le divisioni di trading e quelle del retail banking che "possono contribuire alla resilienza dei risultati".
Le grandi banche di Wall Street devono una grande parte dei ricavi alle attività di Investment Banking, ma il rallentamento dello scenario macroeconomico ha messo in pausa le grandi aziende dal compiere operazioni di finanza straordinaria principalmente per quanto riguarda il lato delle fusioni e delle acquisizioni.
Lo stop segue la frenesia del 2021, dove il boom delle SPACs (Special Purpose Acquisition Companies) e l’aumento esponenziale dell’M&A aveva permesso ai banchieri "di trarre enormi profitti nel periodo di parziale ripresa economica post-pandemia", ricorda l'esperto di IG.
Tuttavia, l’incremento delle assunzioni, attuato per stare al passo con il crescente numero delle operazioni, si sta ora ritorcendo contro le stesse banche che si sono ritrovate con un organico sovradimensionato rispetto alle reali esigenze e hanno infatti annunciato grossi piani di tagli del personale.
Detto ciò, per Vetrella "i grandi gruppi bancari statunitensi sono molto diversificati cosa che riesce a beneficiarli anche in periodi di rallentamento dell’attività economica".
"Le divisioni di trading sono pressoché costanti nel portare a casa lauti guadagni, soprattutto in periodi di alta volatilità come quello che stiamo vivendo ora, mentre quelle legate al retail banking saranno beneficiate dal generale aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve che gli permetterà di aumentare il proprio margine di interesse (la differenza tra quello che la banca paga per i depositi e quello che riceve dai prestiti)", afferma lo strategist di IG.
Infatti, spiega Vetrella, la banca centrale statunitense ha più volte ripetuto la sua ferma convinzione ad aumentare aggressivamente il livello dei tassi di interesse - attualmente nella forchetta del 3% - 3,25% - così da calmierare le crescenti pressioni inflazionistiche che negli Stati Uniti hanno toccato il massimo da 40 anni (al +8,3% a/a nel mese di agosto).
Per la Fed, infatti, l’obiettivo primario rimane infatti la stabilità dei prezzi anche a discapito di un rallentamento della crescita economica e del mercato del lavoro.
Ecco il consenso per le banche d'affari made in USA:
- J.P. Morgan: ricavi a $31,99 miliardi ed EPS di $2,88.
- Morgan Stanley: ricavi a $13,23 miliardi ed EPS di $1,51.
- Citigroup: $18,23 miliardi ed EPS di $1,55.
- Goldman Sachs: $11,53 miliardi ed EPS di $7,60.
Per concludere, da IG credono le banche possano "sorprendere le stime del consensus e mostrare una accelerazione di ricavi e utili per azione nonostante il contesto macroeconomico sfidante e la perdita di una grossa fonte di guadagni da parte delle divisioni di Investment Banking".
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