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Troppo presto per dichiarare vittoria su inflazione o recessione - Pimco

Pubblicato 09.01.2024, 17:44
Aggiornato 09.01.2024, 17:45
© Reuters. Persone in cerca di sconti in un negozio locale a New York, Stati Uniti, 25 dicembre 2023. REUTERS/Eduardo Munoz/Foto d'archivio

NEW YORK (Reuters) - Secondo il gestore obbligazionario statunitense Pimco è troppo presto per dichiarare vittoria sull'inflazione e i rischi di recessione persistono, nonostante le aspettative del mercato per un cosiddetto "atterraggio morbido" dell'economia americana, dato che la Federal Reserve sta cercando di tagliare i tassi di interesse quest'anno.

In una nota, la società ha detto di aspettarsi che i titoli obbligazionari superino le azioni nel 2024 in caso di recessione e che, dati gli alti rendimenti di partenza, forniscano un cuscinetto in caso di un nuovo aumento dell'inflazione.

Tuttavia, dopo il rapido rally dei titoli obbligazionari alla fine dello scorso anno, spinto dalle aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed in seguito al raffreddamento dell'inflazione, Pimco ha detto di essere neutrale sulla duration, una misura della sensibilità di un portafoglio a reddito fisso alle variazioni dei tassi d'interesse.

"Non vediamo l'estensione della duration come un'operazione tattica convincente", hanno scritto nella nota Tiffany Wilding, economista, e Andrew Balls, chief investment officer per il reddito fisso globale di Pimco.

"Ci aspettiamo di essere ampiamente neutrali sulla duration dopo l'ultimo rally del mercato obbligazionario, che ha riportato i rendimenti globali in linea con i nostri intervalli previsti, e in un contesto di cambiamento dell'equilibrio tra inflazione e rischi di crescita", hanno aggiunto.

I rendimenti di riferimento dei Treasury a 10 anni, che si muovono inversamente ai prezzi, sono scesi bruscamente negli ultimi mesi, passando da oltre il 5% a ottobre a circa il 4%.

In futuro, le obbligazioni a lungo termine potrebbero essere nuovamente influenzate dalle preoccupazioni per l'aumento dei deficit fiscali statunitensi e per l'incremento delle emissioni di titoli di Stato. Tali preoccupazioni hanno contribuito a un sell-off delle obbligazioni a lungo termine lo scorso anno, prima che le aspettative di taglio dei tassi riportassero ottimismo nel mercato.

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"Vediamo il potenziale per ulteriori episodi di debolezza della curva a lungo termine in presenza di ansia per l'elevata offerta, come è avvenuto alla fine dell'estate, derivante dall'aumento delle emissioni obbligazionarie necessarie per finanziare gli ampi deficit fiscali", ha detto Pimco, dichiarando inoltre di preferire le scadenze dei titoli di Stato tra i 5 e i 10 anni e di "sottopesare" l'area dei 30 anni.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Gianluca Semeraro)

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