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UniCredit ottimista sull’azionario 2025

Pubblicato 03.12.2024, 16:30
Aggiornato 03.12.2024, 17:05
© Reuters.  UniCredit ottimista sull’azionario 2025
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OraFinanza - Prospettive del mercato azionario “positive” anche nel 2025, con opportunità interessanti e l’attenzione centrata sui fondamentali e sulle dinamiche settoriali che ne guidano la crescita. Sono le previsioni del rapporto ‘The Compass 2025’ redatto dal nuovo team Group Investment Strategy di UniCredit (BIT:CRDI) diffuso in queste ore e che presenta una panoramica completa delle previsioni economiche e delle principali implicazioni finanziarie.Nel rapporto gli analisti della banca milanese sottolineano come il 2024 sia stato “straordinario”, vista la crescita del mercato azionario statunitense: lo S&P500 è balzato del 25% (metà novembre) rispetto al +7% dello Stoxx Europe 600, il +15% del Nikkei e il +10% del MSCI EM, ma per il prossimo anno precedono un incremento medio intorno al 10%.

"Sebbene nel breve periodo i notiziari siano spesso forieri di motivi di preoccupazione, dalle tensioni geopolitiche agli utili deludenti nel settore tecnologico, è essenziale mantenere una prospettiva di lungo periodo focalizzata sui fondamentali", spiegano da Piazza Gae Aulenti.

Il mercato USA dovrebbe iniziare con fondamentali solidi, grazie ad un atterraggio morbido (soft landing) e un’accelerazione della crescita prevista nel 2026, mentre l’eurozona inizierà a riprendersi solo gradualmente. In Asia, il contesto economico cinese potrebbe deteriorarsi ulteriormente e il Giappone accelererà solo in misura contenuta.

Pertanto, per UniCredit i margini di profitto rimarranno più elevati negli Stati Uniti, anche se leggermente inferiori rispetto a quest'anno, e la divergenza nella crescita degli utili societari tra USA ed Europa proseguirà nel 2025, favorita anche da probabili ulteriori misure di stimolo fiscale e di deregolamentazione, facilitate dalla maggioranza repubblicana al Congresso.Sulla base di queste previsioni, UniCredit si aspetta una performance annua per il 2025 compresa tra +8% per l'Europa, +15% per gli USA e +8 rispettivamente per Cina e Giappone. Il potenziale rendimento sarà più elevato negli USA, seguiti da Europa e Giappone, anche se i mercati cinesi potrebbero mostrare un certo potenziale di recupero tattico, esso sarà limitato dalla vittoria di Trump e dalla conseguente incertezza in materia di dazi.In questo contesto, e di una probabile accelerazione della crescita economica nel 2025, UniCredit ritiene che i settori ciclici dovrebbero aumentare di attrattività e le società a bassa e media capitalizzazione dovrebbero essere preferibili rispetto a quelle a grande capitalizzazione, moderando lo slancio dei titoli tecnologici, la cui robusta crescita degli utili si riflette già in valutazioni elevate.

La tecnologia manterrà un ruolo importante diventando un importante motore di crescita economica e UniCredit ritiene che non esista una bolla dell'Intelligenza Artificiale (AI). "Riteniamo che tali preoccupazioni non abbiano grande fondamento, poiché la crescente domanda di prodotti di IA generativa resta molto ampia e grandi gruppi statunitensi, quali Amazon (NASDAQ:AMZN), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Meta Platforms e Nvidia, saranno tra i maggiori beneficiari man mano che le aziende sposteranno più attività sul cloud", si legge nel rapporto.Secondo la banca, le valutazioni delle aziende tecnologiche si normalizzeranno gradualmente, supportate dal previsto calo dei tassi di interesse delle banche centrali, alla luce anche del rapido sviluppo dell'AI negli ultimi anni in vari settori, come il marketing, la farmaceutica e la sanità, con investimenti privati medi annui di 110 miliardi di dollari dal 2021 al 2023.

Per illustrare la crescita del settore, UniCredit ha creato un indice AI ad alta capitalizzazione che include queste aziende: questo indice ha registrato un aumento del 375% dal 2018, con una crescita degli utili del 350%, significativamente superiore all'80% dello S&P 500.

Le attuali valutazioni delle aziende di AI sono considerate giustificate da UniCredit. Il rapporto prezzo/utili (P/E) dell'indice AI è di 27, notevolmente inferiore rispetto alle bolle precedenti come quella delle dot-com (P/E di 52) o la bolla finanziaria giapponese del 1989 (P/E di 67).

Nonostante le prospettive positive, il rapporto identifica alcune potenziali sfide quali il fabbisogno energetico, in quanto le utilities statunitensi faticano a soddisfare la crescente domanda energetica per i data center e i programmi di AI.

Tra le sfide ci sarà anche la geopolitica, vista l'incertezza sulla posizione di Taiwan che potrebbe influenzare il settore dei semiconduttori, cruciale per l'AI, mentre le preoccupazioni sull'impatto della nuova tecnologia sull'occupazione potrebbero ostacolare la sua adozione diffusa. A questi si aggiungerà il fattore 'Trump 2.0’ che sarà sicuramente uno dei temi centrali, anche se non l'unico.

Per il 2025 è previsto "l'intensificarsi delle tensioni geopolitiche, un aumento del protezionismo e una crescente intrusività delle politiche industriali". Tale contesto, tuttavia, offrirà anche "significative opportunità di cambiamento in positivo", con l'Europa, ad esempio, che potrebbe "finalmente affrontare le sfide relative alla propria esistenza, visto che ha sempre cambiato marcia nei momenti di difficoltà".

Questo contenuto è fornito da OraFinanza

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