Investing.com - Arrivano i primi segnali di un allentamento delle tensioni tra Cina e Stati Uniti. Secondo il Wall Street Journal, i chip maker di Corea del Sud e Taiwan, Paesi centrali per la produzione di queste tecnologie, potranno continuare a mantenere le infrastrutture in Cina nonostante le sanzioni statunitensi contro il Paese.
Il primo risultato sono i forti acquisti sulle diverse Borse, con TSMC (TW:2330) balzata di oltre il 3%, Samsung (KS:005930) e SK Hynix (KS:000660) rispettivamente dell'1,6% e del 3,7%.
Questi tre colossi dei semiconduttori, tra i maggiori produttori di chip al mondo, avevano inizialmente ottenuto una deroga di un anno per mantenere le loro infrastrutture cinesi dopo che gli Stati Uniti avevano introdotto nuovi controlli sulle esportazioni di questi prodotti volti a limitare l'accesso di Pechino ai chip più innovativi e necessari per le industrie strategiche nazionali.
Secondo il WSJ, però, la deroga è stata prorogata a tempo indeterminato e tutte e tre le aziende potranno mantenere i centri di produzione di chip nel Paese da cui dipendono fortemente come mercato e come hub della catena di fornitura.
La notizia della proroga della deroga dissipa molte preoccupazioni relative a un'interruzione generalizzata dell'industria dei chip a causa dei controlli sulle esportazioni verso la Cina da parte degli Stati Uniti introdotti alla fine del 2022.
La Cina aveva criticato la mossa dispendendo con vietando le vendite locali del chipmaker statunitense Micron (NASDAQ:MU) all'inizio dell'anno.
Anche altri titoli del settore dei chip hanno registrato importanti rialzi sulla scia della notizia, con il produttore giapponese di apparecchiature di test per semiconduttori Advantest (TYO:6857) che ha guadagnato oltre il 5%.
In generale sui mercati è un periodo positivo per i produttori di chip, spinti dai risultati di NVIDIA (NASDAQ:NVDA) e dal forte outlook pubblicato dalla società per il secondo trimestre grazie allo sviluppo delle tecnologie di IA generativa.
Le previsioni di Nvidia hanno ampiamente compensato i segnali di indebolimento della domanda di chip provenienti dai principali fornitori asiatici, i quali nei mesi scorsi hanno avvertito che il peggioramento delle condizioni economiche nel 2023 inciderà sugli investimenti tecnologici.