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Vendite debito europeo superano record a gennaio in anno difficile

Pubblicato 01.02.2023, 09:52
Aggiornato 01.02.2023, 09:54
© Reuters. L'edificio della Banca centrale europea (Bce) a Francoforte, Germania, 21 luglio 2022. Foto REUTERS/Wolfgang Rattay/File Photo

© Reuters. L'edificio della Banca centrale europea (Bce) a Francoforte, Germania, 21 luglio 2022. Foto REUTERS/Wolfgang Rattay/File Photo

di Yoruk Bahceli e Chiara Elisei

(Reuters) - Gli emittenti europei hanno venduto la cifra record di 280 miliardi di euro di debito a gennaio, con un balzo superiore rispetto a quello degli Stati Uniti, per approfittare del crollo dei costi di finanziamento e di condizioni economiche migliori del previsto.

Si tratta di un segnale incoraggiante per i governi e le imprese che devono far fronte all'aumento dei tassi d'interesse e per i Paesi che devono contrarre maggiori prestiti per sostenere i sussidi energetici, con lo spettro che le banche centrali alleggeriscano i loro cospicui portafogli di bond. Ma i banchieri che vendono il debito rimangono cauti.

I dati di gennaio fanno seguito a un anno che ha visto il più grande balzo dei costi di finanziamento dei governi da decenni a questa parte - dagli Stati Uniti all'Asia e all'Europa - a causa dell'impennata dell'inflazione.

"Tutto ciò che abbiamo visto finora indica che il 2023 non sarà così difficile come si temeva", ha detto Philip Brown, managing director per i sovereign capital markets di Citi.

Gli emittenti hanno raccolto la cifra record di 278 miliardi di euro dalle vendite di debito sindacato in euro e in sterline a gennaio, con un aumento del 10% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, secondo i dati forniti da Refinitiv.

Per contro, le vendite di obbligazioni negli Stati Uniti - il maggiore mercato del debito al mondo - sono rimaste pressoché invariate a 408 miliardi di dollari a gennaio rispetto a un anno fa.

Le vendite di debito a livello globale sono diminuite di oltre il 10% rispetto al gennaio 2022, a 992 miliardi di dollari, escludendo le aste governative.

L'Europa si è distinta per il fatto che gli emittenti hanno sfruttato al meglio il miglioramento del sentiment. Il calo dei prezzi dell'energia ha spinto al ribasso l'inflazione nell'area euro e l'attività economica sta reggendo, facendo sperare che la recessione possa essere evitata.

"Rispetto all'anno scorso, gli investitori globali ed europei sono più propensi a investire nelle imprese europee", ha detto Jonathan Owen, gestore di portafoglio di TwentyFour Asset Management. Owen ha osservato che l'anno scorso le vendite di titoli di debito statunitensi sono andate meglio che in Europa.

SENTIMENT IN RIALZO

I banchieri hanno affermato che il miglioramento del sentiment e il forte calo dei costi di finanziamento hanno aiutato alcuni emittenti europei ad accelerare i piani di finanziamento.

Il rendimento del Bund decennale tedesco è sceso di 25 punti base a gennaio, uno dei maggiori cali di inizio anno mai registrati.

"Non stavamo necessariamente pianificando l'emissione nella prima settimana di gennaio, assolutamente no", ha detto Rui Amaral, funzionario dell'agenzia del debito portoghese, che ha venduto un'obbligazione a 15 anni il 5 gennaio direttamente agli investitori finali tramite le banche.

"Siamo stati veloci ad agire e ad approfittare del forte sentiment del mercato", ha detto. 

Gran parte dell'aumento delle vendite di debito europeo è arrivata dalle istituzioni finanziarie, che hanno raccolto 71 miliardi di euro a gennaio di quest'anno, con un aumento del 50% rispetto a gennaio 2022, mentre sono scese del 18% negli Stati Uniti, secondo Refinitiv.

Matthias Reschke, di JPMorgan, ha detto che le vendite di titoli di debito high-grade sono risultate decisamente superiori alle attese della banca.

"Al momento stiamo assistendo a volumi di emissione più elevati nel mercato dell'euro rispetto a quello del dollaro, e questo non era mai successo prima", ha detto Reschke.

Sebbene le vendite di debito societario europeo siano diminuite rispetto all'anno precedente, gli analisti hanno affermato che la domanda degli investitori per operazioni più rischiose indica un ritorno della fiducia.

Nella seconda metà di gennaio, le vendite di bond ibridi che combinano debito e azioni hanno superato i volumi dei sei mesi precedenti, ha osservato Owen di TwentyFour.

A dimostrazione della forte domanda, la spagnola Telefonica (BME:TEF) ha venduto un bond ibrido che paga una cedola inferiore di quasi 1 punto percentuale rispetto all'emissione di novembre.

"La domanda che ci si pone in futuro è quanto spazio rimane in termini di ulteriori performance... e di conseguenza la domanda degli investitori potrebbe diventare più selettiva", ha detto Paula Weisshuber, responsabile corporate debt capital marketsEmea di BofA.

NESSUNA CONDISCENDENZA

Le prospettive ancora incerte comportano sfide future.

Lee Cumbes, responsabile debt capital markets Emea di Barclays (LON:BARC), ha affermato che un fattore che spinge i mercati è l'opinione che l'inflazione abbia ora un trend discendente "ininterrotto".

"Questo deve ancora essere pienamente dimostrato", ha osservato.

Eventuali segnali di un'inflazione bloccata su alti livelli potrebbero esercitare una nuova pressione al rialzo sui costi di finanziamento.

Gli investitori dovranno assorbire circa 400 miliardi di euro di debito aggiuntivo quest'anno - il doppio del record precedente, secondo la BofA - dato l'elevato fabbisogno di finanziamento e la riduzione del bilancio della Banca centrale europea a partire da marzo. Inizialmente il roll off del debito sarà di 15 miliardi di euro al mese, ma il ritmo potrebbe aumentare dopo il mese di giugno.

© Reuters. L'edificio della Banca centrale europea (Bce) a Francoforte, Germania, 21 luglio 2022. Foto REUTERS/Wolfgang Rattay/File Photo

"È stato un inizio impressionante, molto meglio del previsto. Possiamo ora rilassarci e dire che c'è una grande certezza per i mesi a venire?" si è chiesto Cumbes di Barclays.

"No, credo che quello sarebbe un passo troppo lungo", ha risposto. 

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Stefano Bernabei)

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