Investing.com - L’oro schizza di oltre 10 dollari questo lunedì, in un clima di scetticismo circa la possibilità che la Federal Reserve possa continuare ad alzare i tassi come annunciato il prossimo anno.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a febbraio subisce un’impennata di 11,50 dollari, o dell’1,08% a 1.076,30 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense. Venerdì, l’oro è schizzato di 15,40 dollari, o dell’1,47%.
La Fed ha alzato i tassi di interesse per la prima volta dal 2006 la scorsa settimana, come previsto. Intervenendo durante la conferenza stampa dopo l’annuncio, la Presidente della Fed Janet Yellen ha promesso che la banca non avrà un approccio meccanico nel normalizzare la politica monetaria e che gli aumenti futuri dei tassi saranno graduali e dipenderanno dai dati.
Nelle ultime previsioni, il FOMC ha dichiarato che il tasso sui Fed Fund raggiungerà l’1,375% entro la fine del 2016, implicando quattro aumenti di un quarto di punto percentuale il prossimo anno. Tuttavia dai futures dei Fed Fund emerge che potranno esserci solo due aumenti nel 2016, uno a giugno e uno a dicembre.
Un aumento graduale dei tassi costituirebbe una minaccia minore per il prezzo dell’oro rispetto ad una serie di aumenti in un breve lasso di tempo.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 98,55, staccandosi dal massimo di due settimane di 99,33. Un dollaro debole in genere favorisce l’oro, poiché aumenta l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più economiche per i titolari di altre valute.
Il metallo giallo si avvia a chiudere il 2015 con un crollo annuo del 10%, il terzo calo annuale consecutivo, dal momento che le speculazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Fed sono state al centro dell’attenzione dei mercati per la maggior parte dell’anno. Un aumento dei tassi di interesse di solito pesa sull’oro, poiché il metallo prezioso non riesce a competere con i tassi di interesse alti offerti da altri asset.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a marzo salgono di 10,9 centesimi, o dello 0,77%, a 14,20 dollari l’oncia troy. Il 14 dicembre, il prezzo è crollato a 13,62 dollari, un livello che non si registrava dall’agosto del 2009.
Il prezzo del rame sale al massimo di oltre una settimana questo lunedì, tra le speculazioni che i produttori cinesi riducano la produzione per contenere il calo del prezzo.
Il rame si avvia a chiudere il 2015 con un crollo annuo del 27% in un clima di apprensione per un indebolimento economico globale scatenato dalla Cina, timori che hanno messo in guardia i traders e ridotto la propensione al rischio.
La nazione asiatica, responsabile del 45% della richiesta globale di rame, è considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.
Questa settimana, i volumi degli scambi resteranno limitati in vista delle vacanze di Natale, spingendo molti operatori a chiudere prima della fine dell’anno, facendo scendere la liquidità sul mercato e facendo salire la volatilità.
I riflettori saranno puntati sui dati statunitensi sul prodotto interno lordo, gli ordinativi di beni durevoli, le vendite di case nuove e le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, che forniranno ulteriori indicazioni sulla forza dell’economia.