BERLINO/WOLFSBURG (Reuters) - I lavoratori di Volkswagen (ETR:VOWG) si sono offerti di sostenere risparmi sui costi per 1,5 miliardi di euro se la casa automobilistica escluderà la chiusura di impianti in Germania, ma hanno segnalato che il gruppo dovrà affrontare una battaglia storica se procederà con tagli drastici.
La proposta arriva un giorno prima del terzo round di trattative tra lavoratori e dirigenti sui tagli agli stipendi e sulla chiusura degli stabilimenti in Germania, nella contrapposizione più accesa degli ultimi anni per la maggior casa automobilistica europea, che - come altri colossi industriali tedeschi - è alle prese con i costi elevati e la concorrenza cinese.
Il sindacato IG Metall, che sostiene che l'azienda stia cercando di imporre tagli per oltre 17 miliardi di euro, ha detto che la propria offerta è subordinata anche all'intervento delle parti interessate, tra cui le famiglie Porsche (ETR:P911_p) e Piech, che controllano Volkswagen.
In una nota interna pubblicata sull'intranet Volkswagen e visionata da Reuters, il membro del CdA del gruppo responsabile delle risorse umane ha detto che la direzione ha accolto con favore l'apertura dei sindacati a misure riguardanti i costi salariali e la capacità produttiva, ma ha aggiunto che non si può ancora escludere la chiusura degli stabilimenti.
"Ogni suggerimento che contribuisca a raggiungere i nostri obiettivi è utile", ha detto Gunnar Kilian. "Giovedì, nel corso delle trattative, procederemo a uno scambio dettagliato per effettuare una valutazione finanziaria dei suggerimenti".
Thorsten Groeger, che conduce le trattative per il sindacato IG Metall, ha detto che se la dirigenza insistesse sulle chiusure - potenzialmente le prime in Germania negli 87 anni di storia del gruppo - i lavoratori della Volkswagen entrerebbero in un conflitto con l'azienda "del tipo che questa Repubblica non vede da decenni".
La proposta del sindacato include la rinuncia ai bonus per il 2025 e il 2026, oltre ad altri risparmi.
Una governance complessa, investimenti sbagliati, decisioni manageriali sbagliate, la debolezza della domanda in Europa e in Cina, i costi elevati e la burocrazia paralizzante della Germania sono tutti fattori che sono stati variamente imputati ai problemi della Volkswagen nel mercato nazionale.
I dirigenti hanno detto di non aspettarsi un ritorno del calo della domanda di auto in Europa visto dopo la pandemia, lasciando l'azienda con una capacità produttiva in eccesso e costosa.
Daniela Cavallo, a capo del consiglio aziendale VW, ha detto di non essere cieca ai cambiamenti del mercato, ma che l'eccesso di capacità produttiva può essere affrontato senza eliminare posti di lavoro.
L'IG Metall ha proposto di utilizzare il denaro proveniente dagli aumenti salariali richiesti per creare un fondo che finanzierebbe la riduzione temporanea dell'orario di lavoro nelle aree dell'azienda che soffrono di sovraccapacità.
"Le finanze del Gruppo non sono ancora in rosso, come durante le crisi degli anni '70 e '90", ha detto Groeger, capo negoziatore del sindacato. "Possiamo vedere spazio per agire e fare investimenti per correggere i costosi errori del passato".
Gli scioperi nella maggior parte dei siti tedeschi della casa automobilistica sono possibili dall'1 dicembre.
Volkswagen ha detto che sono necessari tagli profondi al marchio principale VW per renderlo adatto al futuro, compresa una riduzione del 10% degli stipendi per i lavoratori dei siti.
Una nota interna redatta dal consiglio aziendale di Volkswagen, esaminata da Reuters, mostra che l'azienda spende una percentuale più alta delle vendite per il costo del lavoro rispetto ai principali rivali.
"I problemi che abbiamo non sono stati creati dalla forza lavoro e non saranno risolti solo guardando al costo del lavoro. Tuttavia, siamo pronti a dare un contributo con quanto abbiamo esposto oggi", ha detto Groeger.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)