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Wolfe analizza il "sovrapprezzo dei conflitti" nell'attuale costo del petrolio

Pubblicato 23.04.2024, 17:39
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In un messaggio inviato martedì ai propri clienti, gli analisti di Wolfe Research hanno valutato il costo aggiuntivo dei prezzi del petrolio dovuto ai conflitti militari in corso, osservando che attualmente il compito è meno complesso perché l'offerta e la domanda di petrolio si trovano in uno stato di relativa parità.

La società di investimento dichiara: "Riconosciamo l'esistenza di un costo aggiuntivo nei prezzi del petrolio attribuito ai conflitti militari nelle aree cruciali di produzione del petrolio".

I prezzi del petrolio sono influenzati dalla forza della domanda, dai livelli delle scorte di petrolio, dalla capacità produttiva inutilizzata dei Paesi OPEC e dall'aumento dell'offerta di petrolio da parte dei Paesi non OPEC, spesso guidati dagli Stati Uniti.

Tuttavia, un modello statistico complesso per determinare il "prezzo giustificabile" del petrolio è inefficace, poiché il contesto che circonda questi fattori può alterare le relazioni lineari", spiega l'azienda.

Gli analisti suggeriscono che l'eliminazione di alcuni fattori può essere vantaggiosa e notano una forte relazione tra i prezzi del petrolio Brent e le variazioni dei livelli delle scorte dei Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) durante gli anni 2010.

"Dopo l'inizio del conflitto in Ucraina, i livelli delle scorte dell'OCSE sono aumentati e si prevede che rimarranno costanti fino alla fine del 2025, con un mercato petrolifero per lo più equilibrato", continua lo studio. "Questo indica che i prezzi del petrolio Brent dovrebbero essere vicini ai livelli di fine 2021, ovvero circa 75 dollari al barile, il che implica un costo aggiuntivo di 10-15 dollari al barile dovuto ai conflitti militari".

"Se applichiamo la correlazione del livello delle scorte dal 2010 al 2019, il prezzo medio del Brent di circa 115 dollari al barile nel secondo trimestre del 2022 suggerisce una riduzione dell'offerta di petrolio russo di circa 0,7 milioni di barili al giorno, mentre una riduzione dell'offerta russa di 2 milioni di barili al giorno suggerirebbe un prezzo del Brent di circa 190 dollari al barile".


Questo articolo è stato prodotto e tradotto con l'assistenza della tecnologia AI e revisionato da un redattore. Per ulteriori dettagli, consultare i nostri Termini e condizioni.

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