MILANO (Reuters) - I pm di Milano ipotizzano che una società, fondata da due ex-dipendenti di 'Hacking Team', abbia venduto la tecnologia rubata durante l'attacco informatico dell'estate scorsa ai danni di quest'ultima a un'azienda saudita che a sua volta l'avrebbe messa a disposizione di gruppi terroristici.
E' quanto ha riferito una fonte giudiziaria aggiungendo che, nell'ambito dell'inchiesta della procura milanese, stamane la polizia postale ha effettuato una serie di perquisizioni nella sede della società fondata dai due ex-dipendenti - Musthafa Maanna e Guido Landi - la Mala srl, con sede a Torino.
Contattato da Reuters l'avvocato di Maanna e Landi, Sandro Clementi, indagati per accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreto industriale, ha detto che "non vi è nessuna indicazione di ciò che giustifica questa perquisizione che è comunque dovuta. La presunta notizia che ci sia stata una vendita a soggetti jihadisti è campata in aria".
In particolare, secondo la fonte, da accertamenti bancari e di altro genere è emerso che nel novembre 2014 Mala srl ha ricevuto 300.000 euro circa dalla società saudita 'Saudi technology development' con la causale "corso di formazione professionale" che secondo gli inquirenti non è mai stato effettuato. Il sospetto della procura è che la società torinese abbia venduto alla compagnia saudita la tecnologia rubata ad Hacking team e che la società possa averla poi messa a disposizione di gruppi di terroristi.
"I due sono accusati di essersi introdotti abusivamente in un sistema informatico di interesse pubblico per estrarre dati aziendali e informazioni tecniche in modo da cagiornarne il danneggiamento o l'interruzione parziale del funzionamento per aver utilizzato o rivelato a terzi il codice sorgente 'RCS Galileo' ovvero parti del predetto codice nonché altri dati riservati di pertinenza di Hacking Team", si legge nel decreto di perquisizione a proposito dei due ex dipendenti.
Ai primi di luglio, l'account Twitter di Hacking Team è stato oggetto di un attacco informatico attraverso il quale degli hacker hanno diffuso oltre 400 gigabyte di documenti interni della società tra cui email, password dei dipendenti e il codice sorgente dei suoi prodotti.
Hacking Team, parte lesa dell'attacco informatico, ha fra i suoi clienti anche l'Fbi, secondo quanto emerge da documenti interni diffusi il 6 luglio.