LONDRA (Reuters) - Parigi vuole che le autorità di vigilanza Ue abbiano potere di veto sulla Gran Bretagna quando si tratti di supervisione su una camera di compensazione ('clearing house') per transazioni in euro basata nel Regno Unito.
Lo riferiscono fonti vicine al dossier, a segnale di quanto stiano aumentando le pressioni da parte di Francia, Bce e altri protagonisti del mercato sul futuro di Lch, controllata del London Stock Exchange con sede a Londra, dopo la definitiva uscita della Gran Bretagna dalla Ue nel marzo del 2019.
Quello tra Londra e Bruxelles è un duro braccio di ferro, in considerazione dell'importante gettito fiscale, per non parlare delle migliaia di posti di lavoro, derivanti dalle attività Lch.
Gran parte dei volumi londinesi del clearing in euro fanno capo a Lch.
Xavier Rolet, a capo di Lse, ha detto a giugno che il trasferimento avrebbe per la società uno scarso impatto finanziario visto che Lse controlla una clearing house a Parigi, Clearnet, che risponde pienamente alle regole Ue.
La Commissione europea ha presentato in giugno una bozza di legge che tratteggia uno schema di supevisione congiunta in caso di vigilanza di una clearing house che possa essere definita "sistemica" basata al di fuori dell'Unione, che maneggi volumi elevati di derivati o altri contratti denominati in euro.
I funzionari Ue si riuniscono la settimana prossima per prendere in esame la bozza di legge, che deve essere approvata, e le prime due potenze - Germania e Francia - chiedono una normativa più rigida di quella finora proposta.
A ogni Paese Ue è stato chiesto di esprimere la propria opinione a riguardo e Parigi ha chiesto che la Bce possa imporre requisiti aggiuntivi sulle casse di compensazione non-Ue e che la Commissione dia maggiori poteri all'Esma.