Investing.com – Confcommercio avverte sui rischi connessi all’ aumento dell’ Imposta sul valore aggiunto, prevedendo un forte calo della domanda nel mercato interno: in una nota, l’associazione si dice allarmata per come questo rischio sia da più fronti sottovalutato.
Il centro studi di confcommercio ritiene che si verificherà, nel periodo tra ottobre e novembre, un aumento dei prezzi di circa lo 0.40% , questo effetto scalino (già verificato con l’aumento dell’Iva dal 20% al 21%) dovrebbe causare la contrazione dei consumi e di conseguenza un minor introito per le casse dello Stato.
Inoltre la perdita di domanda avrebbe serie ripercussioni sui processi produttivi, ragione per cui si vedrebbero messi a rischio circa 10000 posti di lavoro, con inevitabili ripercussioni anche per gli anni a venire.
Secondo l’ufficio studi di Confindustria saranno le famiglie più povere a subire maggiormente l’effetto dell’aumento dell’Iva, in quanto la pressione sul reddito è in percentuale più elevata rispetto a quella di un nucleo famigliare con maggiori introiti.
Il centro studi di confcommercio ritiene che si verificherà, nel periodo tra ottobre e novembre, un aumento dei prezzi di circa lo 0.40% , questo effetto scalino (già verificato con l’aumento dell’Iva dal 20% al 21%) dovrebbe causare la contrazione dei consumi e di conseguenza un minor introito per le casse dello Stato.
Inoltre la perdita di domanda avrebbe serie ripercussioni sui processi produttivi, ragione per cui si vedrebbero messi a rischio circa 10000 posti di lavoro, con inevitabili ripercussioni anche per gli anni a venire.
Secondo l’ufficio studi di Confindustria saranno le famiglie più povere a subire maggiormente l’effetto dell’aumento dell’Iva, in quanto la pressione sul reddito è in percentuale più elevata rispetto a quella di un nucleo famigliare con maggiori introiti.