di Francesca Piscioneri
ROMA (Reuters) - La Consulta ha respinto oggi il referendum proposto dalla Cgil per riconoscere, nelle aziende sopra i 5 dipendenti, il diritto alla reintegra in caso di licenziamenti illegittimi previsto dall'articolo 18.
Accolti invece i quesiti sull'abrogazione dei voucher e sulla reintroduzione della responsabilità solidale negli appalti.
I due referendum potranno svolgersi in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno, salvo voto anticipato o nuove leggi.
Il governo di Paolo Gentiloni può tirare un sospiro di sollievo.
La vera mina per il neo esecutivo sarebbe stata infatti una consultazione sull'articolo 18 che, in caso di vittoria del sì, avrebbe cambiato i connotati del Jobs act, abbattendo un'altra riforma chiave del precendente esecutivo di Matteo Renzi, rispetto al quale Gentiloni agisce in continuità.
Renzi è stato costretto a dimettersi dopo la bocciatura della sua riforma costituzionale al referendum del 4 dicembre e una consultazione sull'articolo 18 avrebbe potuto ricompattare il fronte che lo ha sconfitto 60%-40%.
L'euro ha reagito alla notizia riducendo il calo sul dollaro, mentre lo spread Btp-Bund a 10 anni è sceso in area 161 centesimi, toccando il minimo di seduta.
La Borsa Milano ha recuperato terreno ai massimi di giornata.
I QUESITI PROMOSSI E BOCCIATI
L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970, che prevedeva la reintegra per i licenziamenti illegittimi nelle aziende sopra i 15 dipendenti, è stato superato dal Jobs act del 2015. La riforma prevede che nella maggior parte dei casi il lavoratore licenziato senza giusta causa abbia diritto a un risarcimento economico e non a una reintegra al lavoro. La Cgil chiedeva l'abrogazione della norma, estendendo il diritto al reitegro anche alle aziende con più di 5 dipendenti.
A chi sosteneva che la Consulta non avrebbe accolto il quesito perché l'ampliamento dei casi di reintegra potrebbe costituire una innovazione nella normativa, la Cgil obiettava che non si tratta di innovazione, perché la soglia dei 5 dipendenti è già prevista per le aziende agricole.
Commentando la bocciatura sull'articolo 18, Susanna Camusso ha detto che la Cgil valuta il ricorso alla Corte europea.
Luce verde invece al referendum sull'abrogazione delle norme che limitano la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante in caso di violazioni nei confronti del lavoratore.
E via libera anche alla cancellazione dei voucher, i buoni da 10 euro (7,5 euro netti) con cui si pagano le prestazioni di lavoro occasionale.
L'utilizzo dei buoni nel 2015 ha registrato una impennata del 70%, lasciando intendere un abuso da parte delle aziende, per questo la Cgil ne chiede la cancellazione.
Secondo dati diffusi stamani a Repubblica dal presidente Inps, Tito Boeri, nell'ultimo anno la stessa Cgil ha investito in voucher 750.000 euro e la Cisl 1,5 milioni.
La consultazione potrebbe essere evitata se il governo cambiasse la normativa, che dovrebbe comunque essere coerente con il quesito referendario e ripassare alla Consulta.
Il governo Renzi ha già varato un decreto correttivo per migliorare la tracciabilità dei voucher e ieri, alla vigilia del pronunciamento della Corte, il ministro del Welfare Giuliano Poletti ha ribadito la volontà dell'esecutivo di ricondurre l'uso dei voucher alla funzione originaria: evitare il lavoro nero nelle attività occasionali.
A differenza di quello costituzionale, il referendum abrogativo ha bisogno di un quorum pari alla maggioranza degli aventi diritto al voto per essere valido.
Il secondo test per il governo sarà il 24 gennaio quando, sempre la Consulta, si pronuncerà sulla legittimità dell'Italicum, la legge elettorale voluta da Renzi ma destinata a morire prima ancora di essere mai applicata.
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