ROMA (Reuters) - Il governo ha deciso di porre alla Camera la questione di fiducia sul decreto legge sicurezza, già approvato dal Senato e da convertire in legge entro il 3 dicembre pena la decadenza.
Le votazioni avranno inizio domani alle 17,10, dopo le dichiarazioni di voto previste a partire dalle 15,30.
L'esecutivo era stato costretto a ricorrere alla fiducia già in occasione del voto a Palazzo Madama, dove 5 senatori dissidenti del Movimento 5 Stelle si erano opposti al pacchetto di misure fortemente voluto dal ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini.
Il decreto inasprisce le misure contro l'immigrazione irregolare, riduce il numero delle persone che possono ottenere asilo e raddoppia il tempo in cui i migranti possono essere trattenuti prima di essere espulsi.
I senatori pentastellati Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, che non hanno partecipato al voto sul dl sicurezza, sono stati deferiti ai probiviri del Movimento.
Questa mossa non è però bastata a placare i malumori interni al gruppo parlamentare 5 Stelle, tanto che una pattuglia di circa venti deputati aveva chiesto in un primo momento di rivedere il testo durante il passaggio alla Camera.
La decisione di porre la fiducia testimonia però la volontà del governo di concludere l'iter di conversione senza lasciare spazio a modifiche, dopo che la scorsa settimana il via libera a Montecitorio a un emendamento non concordato al decreto anticorruzione ha di nuovo alzato la tensione tra i due alleati.
Formalmente, dice una fonte parlamentare del Movimento 5 Stelle, alla Camera non erano ancora stati depositati emendamenti.
Il via libera rapido al decreto sicurezza è essenziale per rinsaldare i rapporti interni alla maggioranza. "Abbiamo rassicurazioni sul dl sicurezza, che è quello che vogliamo", dice un deputato leghista in commissione Affari costituzionali, negando che in seno al gruppo parlamentare del Carroccio stia crescendo l'insofferenza nei confronti dei grillini.
La settimana scorsa il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio si era augurato l'approvazione del decreto sicurezza in seconda lettura, avvertendo che il governo sarebbe andato avanti fino a quando avesse goduto di una maggioranza in grado di votare i provvedimenti in autonomia.
(Angelo Amante)