Investing.com – Nella conferenza stampa odierna il governatore della BCE Mario Draghi ha affermato che pur permanendo nell’Eurozona fattori di debolezza, l’economia è prevista in lenta ripresa a partire dalla seconda metà del 2013, nel contempo l’inflazione è prevista rimanere sotto controllo, anche nel medio e lungo periodo.
I prezzi al consumo dovrebbero rimanere stabili e rimanere al di sotto della soglia di incremento del 2% che è il limite di guardia stabilito dalla BCE stessa.
Attualmente permangono rischi di “down side” per l’economia Europea soprattutto per quanto riguarda la componente esportazione, fenomeno che potrebbe essere accompagnato anche da una certa volatilità; le difficoltà potrebbero essere costituite principalmente dall’instabilità geopolitica e dalla fluttuazione dei prezzi delle materie prime.
Draghi ha poi sottolineato come, nonostante vi siano segnali di ripresa e di una ritrovata fiducia, grazie anche ad una accomodante politica monetaria, sia assolutamente indispensabile procedere speditamente sulla strada delle riforme e su quello degli squilibri sul fronte fiscale.
Il forte potenziale di miglioramento va colto e sfruttato adottando tutte quelle necessarie riforme in grado di rappresentare un vero e proprio “starter” dell’economia.
Secondo Draghi la crisi di liquidità che aveva investito le economie del vecchio continente è alle spalle ma le Banche non devono smettere di rafforzare i propri bilanci in quanto le difficoltà non sono ancora passate del tutto, il meccanismo della “supervisione” deve essere adottato in quanto”cruciale” per il sistema.
Evidentemente apprezzato e premiato dal mercato l’impegno delle banche che hanno iniziato a restituire i fondi ottenuti con il primo LTRO di dicembre, un comportamento virtuoso che ha contribuito a ripristinare una certa fiducia nel sistema.
Nota invece ancora stonata, ma in via di miglioramento, quella relativa ai prestiti al settore privato che interpone ancora rilevanti difficoltà all’accesso al credito delle PMI. Il governatore ha inoltre difeso un euro forte come evidente segno di fiducia e quindi come condizione affatto preoccupante.
I prezzi al consumo dovrebbero rimanere stabili e rimanere al di sotto della soglia di incremento del 2% che è il limite di guardia stabilito dalla BCE stessa.
Attualmente permangono rischi di “down side” per l’economia Europea soprattutto per quanto riguarda la componente esportazione, fenomeno che potrebbe essere accompagnato anche da una certa volatilità; le difficoltà potrebbero essere costituite principalmente dall’instabilità geopolitica e dalla fluttuazione dei prezzi delle materie prime.
Draghi ha poi sottolineato come, nonostante vi siano segnali di ripresa e di una ritrovata fiducia, grazie anche ad una accomodante politica monetaria, sia assolutamente indispensabile procedere speditamente sulla strada delle riforme e su quello degli squilibri sul fronte fiscale.
Il forte potenziale di miglioramento va colto e sfruttato adottando tutte quelle necessarie riforme in grado di rappresentare un vero e proprio “starter” dell’economia.
Secondo Draghi la crisi di liquidità che aveva investito le economie del vecchio continente è alle spalle ma le Banche non devono smettere di rafforzare i propri bilanci in quanto le difficoltà non sono ancora passate del tutto, il meccanismo della “supervisione” deve essere adottato in quanto”cruciale” per il sistema.
Evidentemente apprezzato e premiato dal mercato l’impegno delle banche che hanno iniziato a restituire i fondi ottenuti con il primo LTRO di dicembre, un comportamento virtuoso che ha contribuito a ripristinare una certa fiducia nel sistema.
Nota invece ancora stonata, ma in via di miglioramento, quella relativa ai prestiti al settore privato che interpone ancora rilevanti difficoltà all’accesso al credito delle PMI. Il governatore ha inoltre difeso un euro forte come evidente segno di fiducia e quindi come condizione affatto preoccupante.