ROMA (Reuters) - Il valore residuo dei crediti fiscali su cui è ancora possibile avviare azioni di recupero è inferiore a 84 miliardi di euro.
I nuovi dati, diffusi dal direttore dell'Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, pongono dubbi sul fatto che la "pace fiscale", la sanatoria proposta dalla Lega in campagna elettorale, possa garantire i previsti 60 miliardi di gettito.
L'operazione, per come è stata presentata dal partito di Matteo Salvini, consentirà di chiudere le pendenze con il fisco pagando "da un minimo del 6% ad un massimo del 25% del dovuto, con un'aliquota intermedia del 10%".
Il gettito di 60 miliardi è basato sull'intero magazzino dei ruoli, quantificato oggi da Ruffini in 871 miliardi.
Il 41% dell'importo risulta però riferito "a importi difficilmente recuperabili". Per altri 47,8 miliardi la riscossione è sospesa a seguito di provvedimenti di autotutela emessi da enti creditori o sentenze della magistratura o, ancora, per l'adesione alla rottamazione delle cartelle.
Ulteriori 13,7 miliardi sono oggetto di rateizzazioni in corso, spiega Ruffini.
Rimangono quindi 448,9 miliardi, di cui oltre l'81% (364,7 miliardi) si riferisce a contribuenti nei confronti dei quali la riscossione ha già "tentato invano" azioni di recupero e per i quali, dice Ruffini, proseguono ulteriori possibili attività di recupero.
L'importo rimanente, 84,2 miliardi, comprende anche debiti per i quali sussistono "limiti di pignorabilità".
Ad aprile 2017 l'Agenzia aveva fornito cifre ancora più pessimistiche, indicando in 51 miliardi gli importi ancora aggredibili.
Ma anche assumendo gli 84 miliardi come base imponibile per la pace fiscale, l'aliquota massima del 25% assicurerebbe un gettito di circa 21 miliardi.
Ruffini ha fornito un aggiornamento anche sulla rottamazione delle cartelle esattoriali.
La prima edizione della sanatoria ha riguardato le cartelle emesse tra 2.000 e 2016 e ha permesso allo Stato di raccogliere 6,5 miliardi nel 2017. Il gettito atteso nel 2018 è di circa 2 miliardi, ricorda Ruffini.
La cosiddetta rottamazione-bis, valida per tutte le cartelle emesse da gennaio a settembre 2017, vale altri 1,6 nel 2018 e poco più di 400 milioni nel 2019, spiega l'Agenzia.