di Giancarlo Navach e Francesca Landini
ALBA (Reuters) - Può la Nutella esistere senza l'olio di palma? Apparentemente no. Il produttore Ferrero dice che perderebbe in sapore e cremosità, oltre a costare di più.
Per questo il gruppo di Alba, che dalla crema di nocciole ricava un quinto del suo fatturato, ha avviato una campagna pubblicitaria per contrastare l'idea che l'olio di palma sia dannoso per la salute dei consumatori.
In diversi Paesi europei, Italia in testa, colossi dell'alimentare come Coop e Barilla, hanno deciso di rinunciare all'olio di palma nei biscotti e nelle merendine per passare a quello di girasole dopo che alcuni studi hanno incluso il prodotto nella lista di quelli che possono essere cancerogeni.
Ferrero, invece, ha deciso di andare in controtendenza e di dimostrare come la Nutella non sia una minaccia per la salute.
Tutto è partito con il parere dell'Autorità alimentare europea (Efsa), a maggio scorso, che segnalava i possibili effetti tossici o cancerogeni di alcuni contaminanti che si sviluppano durante il processo produttivo dell'olio di palma e di altri olii vegetali a temperature al di sopra dei 200 gradi.
L'Efsa, che non ha poteri regolamentari, non ha raccomandato ai consumatori di smettere di mangiare l'olio di palma e ha rimandato a ulteriori studi per determinare il livello di rischio.
Entro la fine dell'anno la Commissione europea fisserà delle linee guida che potrebbero includere limiti di presenza nei cibi dei contaminanti ma non un bando nell'uso dell'olio di palma secondo un portavoce dell'esecutivo Ue.
Anche l'Organizzazione mondiale della sanità e la Fao hanno segnalato i rischi potenziali del contaminante, ma senza raccomandare il divieto di assunzione dell'olio di palma.
Vincenzo Tapella, responsabile acquisti del gigante dolciario di Alba e protagonista dello spot, che ha suscitato diverse critiche da parte del Movimento 5 Stelle, va subito al sodo.
"Ferrero usa una temperatura controllata sotto i 200 gradi che crea una quantità di contaminanti inferiore a quella che in media si crea usando altri olii", dice a Reuters nel corso di un incontro presso lo stabilimento di Alba.
"Noi siamo orgogliosi e ci abbiamo messo la faccia, io in particolare ho messo la faccia nella pubblicità. Quella sull'olio di palma è una diatriba costruita ad arte. Ferrero importa olio di palma semiraffinato e finisce la raffinazione nei suoi stabilimenti".
NUTELLA CON OLIO DI NOCCIOLE POSSIBILE, MA COSTEREBBE DI PIU'
In realtà, come ammettono in casa Ferrero, la Nutella si potrebbe realizzare anche con l'olio di nocciole, ma sarebbe un prodotto molto più costoso "e poi non basterebbero tutte le nocciole che ci sono in giro nel mondo", rimarca Tapella.
Già adesso il colosso di Alba - si pensi anche ai Ferrero Rocher - utilizza per i suoi prodotti un terzo della produzione industriale mondiale delle nocciole. Difficile immaginare un incremento.
Ferrero ha provato alcuni mesi fa a sondare i consumatori proponendo una Nutella con olii diversi, ma, come sottolinea Laurent Cremona, responsabile per la Nutella nel mondo, "i consumatori ci hanno detto di no perché non hanno trovato alcun beneficio".
Ferrero non dettaglia che tipi di olii siano stati utilizzati per il campione. Peraltro, come sottolinea a Reuters una fonte vicina alla situazione, molti anni fa la Nutella in Australia era realizzata con un altro olio, probabilmente di girasole; così come in Germania e Francia era fatta con dosi diverse, prima che si arrivasse a una unificazione delle dosi in tutto il mondo.
Dice ancora Tapella: "La cremosità della Nutella è unica grazie all'olio di palma, toglierlo sarebbe un passo indietro e sarebbe un altro prodotto, un surrogato, certamente meno buono e anche più caro. La gente vuole la Nutella con il suo gusto".
Nel mondo si producono 185 milioni di tonnellate di olio vegetale; di queste, 63 milioni sono di olio di palma per un valore di circa 44 miliardi di dollari.
Ferrero consuma circa 185.000 tonnellate l'anno di olio di palma, lo 0,3% del totale. Il 90% proviene dalla Malaysia perchè, secondo il colosso di Alba, è il Paese che garantisce maggiormente la qualità del prodotto proveniente da piantaggioni certificate come sostenibili.
Indicativamente una tonnellata di olio di palma ha un costo intorno agli 800 dollari, rispetto agli 845 dell'olio di girasole e dei 920 di quello di colza. A questi prezzi, per Ferrero il passaggio all'olio di girasole o di colza avrebbe un costo aggiuntivo fra gli 8 e 22 milioni di dollari a livello annuale, solo per la materia prima.
"Non esiste un cibo buono o cattivo in assoluto. Quello che conta è quanto e quanto spesso ne mangi e quali sono le tue condizioni di base", sintetizza Michele Carruba, direttore centro studio e ricerca sull'obesità all'Università statale di Milano.
"L'olio di palma contiene grassi saturi e insaturi. I primi sono circa il 50%, ma se vogliamo fare un paragone in termini di impatto sulla salute il burro è più o meno simile", aggiunge.
Ferrero ammette che le vendite della Nutella qualche contraccolpo l'hanno subito da questa campagna contro l'olio di palma: "Le vendite sono scese del 3-4% verso i negozi in Italia (il cosiddetto sell-out) nello scorso bilancio chiuso ad agosto, anche se questo dato non rappresenta le vendite complessive, mentre c'è stato un balzo del 15% a novembre. Le vendite di Nutella in Italia incidono per il 12% dei consumi a livello mondiale", sottolinea il responsibile marketing per la Nutella, Cremona.
Tuttavia, la pressante campagna pubblicitaria sta sortendo i suoi effetti: nell'ultimo quadrimestre, quello più importante che include anche il Natale, le vendite della celebre crema spalmabile hanno invertito la rotta e sono salite del 4%.
Ma la campagna non è andata giù al movimento 5 Stelle, che ha presentato un esposto per pubblicità ingannevole al Garante perché Ferrero parla di olio di palma sicuro e sostenibile.
"Nei Paesi in cui avviene la massima coltivazione di palme da olio, Indonesia e Malesia, non vi sono metodi credibili di tracciabilità della filiera, non ci sono tutele per i lavoratori né per le foreste e la biodiversità e neppure per la popolazione che soffoca per i fumi degli incendi appiccati per lasciare il posto alle piantagioni", sostengono i grillini.
Secondo l'industria dell'olio di palma, dominata dai produttori in Malaysia e Indonesia, Ferrero sta svolgendo un ruolo importante nel respingere i pregiudizi che si stanno formando fra i consumatori.
"E' un fatto positivo che Ferrero abbia chiarito che l'olio di palma da loro utilizzato sia sicuro e sostenibile", ha spiegato a Reuters Yusof Basiron, numero uno del Malaysian palm oil council.