Investing.com – Grillo è sotto assedio, da più parti ci si rivolge a lui con inviti all’assunzione di “responsabilità”: chi lo esorta ad accordarsi con Bersani, chi lo incita a prendere atto che il Paese ha bisogno di un governo e non di una nuova tornata elettorale, chi lo attacca dall’interno stesso del suo movimento accusandolo di scarsa democrazia, chi , come Bersani, lo corteggia ed, al tempo stesso, lo “minaccia” di scouting sugli eletti 5 stelle … insomma Grillo si trova a dover fronteggiare qualcosa che probabilmente non aveva messo in conto.
Bersani tenta di dare lezioni di “morale comportamentale” a Grillo e, facendo un ulteriore clamoroso passo falso, mette in scena una sorta di illustrazione del “manuale del buon leader politico” al quale pretenderebbe che Grillo si rifacesse, ricevendo in cambio dal destinatario la qualifica di “morto che parla”.
E’ evidente lo scontro fra due concezioni della politica che sono agli antipodi.
Da una parte la concezione della politica di Bersani, che in qualità di segretario del secondo partito italiano aduso all’esercizio del potere politico, tende a voler imporre la propria visione ed il suo modello comportamentale, in quanto considera la sua una delega in bianco.
Dall’altra parte la diversa concezione della politica di Grillo che nutre un certo disprezzo proprio per quella impostazione ideologica e che, pertanto, non è certo disposto a farsi dettare le regole di comportamento ma anzi contesta con veemenza e convinzione l’autoreferenziale e presunta autorità politica dei singoli “leader”di partito.
Nel movimento 5 stelle molte sono state tuttavia le sottoscrizioni di una lettera inviata al leader da una giovane elettrice ventiquattrenne che, informandolo di avergli dato la preferenza elettorale, lo esorta a raggiungere un accordo con Bersani per poter così realizzare quelle urgentissime ed agognate riforme che il programma del movimento prevede.
“Non sprecare il voto che ti ho dato con tanta convinzione” si legge, tra l’altro, nell’appello della giovane elettrice.
Si desidera insomma dare concretezza al programma senza ulteriori perdite di tempo; “abbiamo vinto, ora mettiamo in pratica quanto è nel nostro programma” sembrano voler dire gli elettori del movimento al loro "garante".
Reclamano l’utilità del voto concesso per un programma che , senza un governo, non potrebbe essere realizzato e rimarrebbe, ancora una volta, solo un buon proposito.
Bersani tenta di dare lezioni di “morale comportamentale” a Grillo e, facendo un ulteriore clamoroso passo falso, mette in scena una sorta di illustrazione del “manuale del buon leader politico” al quale pretenderebbe che Grillo si rifacesse, ricevendo in cambio dal destinatario la qualifica di “morto che parla”.
E’ evidente lo scontro fra due concezioni della politica che sono agli antipodi.
Da una parte la concezione della politica di Bersani, che in qualità di segretario del secondo partito italiano aduso all’esercizio del potere politico, tende a voler imporre la propria visione ed il suo modello comportamentale, in quanto considera la sua una delega in bianco.
Dall’altra parte la diversa concezione della politica di Grillo che nutre un certo disprezzo proprio per quella impostazione ideologica e che, pertanto, non è certo disposto a farsi dettare le regole di comportamento ma anzi contesta con veemenza e convinzione l’autoreferenziale e presunta autorità politica dei singoli “leader”di partito.
Nel movimento 5 stelle molte sono state tuttavia le sottoscrizioni di una lettera inviata al leader da una giovane elettrice ventiquattrenne che, informandolo di avergli dato la preferenza elettorale, lo esorta a raggiungere un accordo con Bersani per poter così realizzare quelle urgentissime ed agognate riforme che il programma del movimento prevede.
“Non sprecare il voto che ti ho dato con tanta convinzione” si legge, tra l’altro, nell’appello della giovane elettrice.
Si desidera insomma dare concretezza al programma senza ulteriori perdite di tempo; “abbiamo vinto, ora mettiamo in pratica quanto è nel nostro programma” sembrano voler dire gli elettori del movimento al loro "garante".
Reclamano l’utilità del voto concesso per un programma che , senza un governo, non potrebbe essere realizzato e rimarrebbe, ancora una volta, solo un buon proposito.