ROMA (Reuters) - E' stata depositata questa mattina in Senato una mozione di sfiducia nel confronti del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, firmata da Sinistra italiana, M5s, Lega nord e alcuni senatori del Gruppo Misto.
Lo riferisce una nota di SI al Senato.
Intercettato dalle telecamere di Repubblica tv, il ministro ha detto che non ha intenzione di lasciare il suo posto.
"Il ministro ha nelle ultime settimane dato riprova di un comportamento totalmente inadeguato al suo ruolo, esprimendosi in più di un'occasione con un linguaggio discutibile e opinioni del tutto inaccettabili", è scritto nella mozione di sfiducia.
Già nei giorni scorsi il Movimento 5 stelle aveva annunciato l'intenzione di sfiduciare Poletti dopo che questi aveva dichiarato che è bene che molti giovani siano andati via dall'Italia "perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi".
Il ministro si era subito scusato chiarendo che "non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori ... Ritengo, invece, che sia utile che i nostri giovani possano fare esperienze all’estero, ma che dobbiamo dare loro l’opportunità di tornare".
Poletti è nell'occhio del ciclone anche per il massiccio ricorso ai voucher da parte delle aziende - che ne hanno acquistato 121,5 milioni nei primi 10 mesi del 2016 (+32,3%) -, e per il Jobs act. La Cgil ha raccolto oltre 3 milioni di forme per cancellare la norma sul lavoro accessorio e modificare le norme che superano l'articolo 18.
A proposito del referendum, il ministro aveva suscitato polemiche affermando che la consultazione potrà essere evitata grazie al voto anticipato.
"Mi sembra che l'atteggiamento prevalente sia quello di andare a votare presto, quindi prima del referendum sul Jobs Act", aveva detto.
La polemica investe anche il figlio del ministro, Manuel, direttore del settimanale Sette Sere. La Lega ha infatti annunciato un esposto in procura per verificare la regolarità dei contributi governativi ricevuti dalla rivista.
Il Carroccio presenterà "un esposto in Procura e alla Guardia di Finanza per verificare la regolarità dei contributi all'editoria concessi a Poletti Jr con suo padre nel ruolo di Ministro", si legge in una nota.
Nei giorni scorsi si è parlato della possibilità che nel rimpasto di governo seguito alle dimissioni del premier Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum costituzionale, il sottosegretario uscente alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, sia nominato vice ministro al Lavoro.
(Francesca Piscioneri)