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Legge elettorale, Pd riparte da "Rosatellum bis", sì di Ap, Fi e Lega

Pubblicato 21.09.2017, 15:55
© Reuters. L'ex premier e attuale leader del Pd Matteo Renzi

ROMA (Reuters) - Il Pd ha depositato oggi alla Camera una nuova proposta di legge elettorale, uninominale per un terzo dei seggi e proporzionale per il resto, che pare avere l'ok dell'alleato Ap, di Forza Italia e della Lega Nord.

Il nuovo tentativo di accordo sul sistema elettorale non prevede un premio di maggioranza, ma istituisce soglie di sbarramento e incoraggia coalizioni nazionali.

Il voto alla Camera sul testo, depositato oggi in commissione Affari Costituzionali da Emanuele Fiano, potrebbe arrivare già entro metà ottobre, secondo una fonte di Forza Italia.

Il Pd ha depositato la stessa proposta anche al Senato.

Il "Rosatellum bis" arriva dopo il fallimento a giugno dell'intesa su una legge proporzionale - sostenuta anche dal M5s - saltata dopo l'approvazione di un emendamento sui collegi elettorali in Trentino Alto Adige sgradita al Pd e all'alleato Svp.

Il primo "Rosatellum", proposto sempre dal Pd nei mesi scorsi, prevedeva un sistema misto maggioritario-proporzionale, ma con una quota maggioritaria più ampia.

INTESA POSSIBILE

Alternativa Popolare, contraria al precedente sistema, soprattutto per una soglia di sbarramento troppo alta, ha assicurato "piena disponibilità a collaborare sulla base della proposta", ha detto il capogruppo alla Camera Maurizio Lupi.

"Si tratta di un tentativo serio a cui Forza Italia dà un primo via libera", ha detto oggi il capogruppo dei berlusconiani alla Camera Renato Brunetta. Anche la Lega Nord è favorevole all'intesa.

Il M5s, contrario ad alleanze elettorali, ha già bocciato la proposta. Contrario anche Mdp.

COME FUNZIONEREBBE IL ROSATELLUM BIS

Il nuovo sistema, secondo il testo depositato e una nota esplicativa fatta circolare dal Pd, prevede per la Camera 231 seggi (cioè il 36%) assegnati in collegi uninominali, 386 col metodo proporzionale in piccoli collegi plurinominali (da 2 a 4 candidati), 1 col collegio uninominale per la Val D'Aosta e 12 con metodo proporzionale nella circoscrizione estero.

Al Senato 103 seggi verrebbero assegnati in collegi uninominali (il Molise e la Val d'Aosta avrebbero un unico collegio ognuna), 206 in piccoli collegi plurinominali. Sei senatori verrebbero eletti col proporzionale nella circoscrizione estero.

Gli elettori avrebbero un'unica scheda per la Camera e un'altra per il Senato. Scegliendo un partito, si sceglierebbe automaticamente il candidato nel collegio uninominale, mentre non sarebbero previste preferenze per il collegio plurinominale.

I candidati nell'uninominale sarebbero eletti direttamente con il sistema maggioritario, mentre per i seggi da assegnare alle liste nei collegi plurinominali, il riparto avverrebbe a livello nazionale con il metodo proporzionale.

Le soglie di sbarramento previste sono diverse: 3% per le liste singole alla Camera (5% al Senato) e 10% per cento per le coalizioni.

Ma alcuni dettagli, come il recupero dei voti delle liste che non raggiungono almeno l'1%, saranno di sicuro oggetto di trattativa tra i partiti.

Il sistema elettorale attualmente in vigore è sostanzialmente proporzionale. Alla Camera è previsto un premio di maggioranza per la lista che superi il 40%, con soglia di sbarramento al 3%. Per Palazzo Madama invece non ci sarebbe alcun nessun premio di maggioranza, ma le soglie sarebbero al 3% per le liste in coalizione e all'8% per quelle che corrono da sole.

© Reuters. L'ex premier e attuale leader del Pd Matteo Renzi

(Massimiliano Di Giorgio)

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