di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Mario Draghi ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità, ma le misure saranno efficaci solo se i governi ora faranno le riforme necessarie. Questo il senso dei commenti di tutti gli editorialisti sui principali quotidiani: da Danilo Taino sul Corriere della sera a Federico Fubini su Repubblica, da Donato Masciandaro sul Sole 24 Ore a Stefano Lepri sulla Stampa.
In attesa che Matteo Renzi batta un colpo, varrà la pena soffermarsi su una delle misure della Bce annunciate ieri forse non sufficientemente evidenziata, a parte l'accurata analisi di Isabella Bufacchi sul Sole.
Quando nel 2007-2008 scoppiò la crisi (dapprima finanziaria poi economica) che ancora ci attanaglia tutti posero l'attenzione sul disastro dei derivati e sulla necessità di regolamentarli. Da noi il tema fu fatto proprio dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti che ne fece un cavallo di battaglia, senza però ottenere ascolto né risultati e dimenticandosene poi lui stesso. Il tema della regolamentazione dei derivati fece capolino a livello internazionale per poi essere riassorbito da recessione e disoccupazione.
Ieri con Draghi "la parola d'ordine è disintermediare le banche", scrive la Buffacchi, e l'attesa è ora per i primi di ottobre quando la Bce farà sapere quali sono le regole per Abs e derivati, la prima grande riforma del mercato finanziario dal 2007.
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