ROMA (Reuters) - In attesa della direzione del Pd lunedì, convocata per analizzare la sconfitta elettorale, anche la minoranza del partito si dice contraria a un governo con il M5s, mentre il neo tesserato Carlo Calenda minaccia di lasciare subito i dem in caso di alleanza con i grillini.
"Se il Pd si allea con il M5s il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici", ha twittato Calenda a poche ore dalla sua iscrizione al partito.
"Ridefinire il nostro messaggio al paese, riaprire iscrizioni e tenersi lontano da M5S. Il leader c'è e fa il Pdc (presidente del consiglio ndr)", ha detto in un altro tweet il ministro dello sviluppo, che ha chiarito di non puntare alla leadership del Pd candidando invece l'attuale premier, Paolo Gentiloni.
Annunciando le dimissioni - postdatate ad aprile - da leader del Pd dopo il misero 18% raccolto il 4 marzo, Matteo Renzi ha detto che l'unica strada è l'opposizione sfidando la minoranza a svelare in direzione un eventuale interesse per un accordo con il M5s, primo partito, o con il centrodestra, prima coalizione.
Ieri Dario Franceschini, a cui fa capo una parte consistente del Pd, aveva escluso di guardare al M5s, lasciando solo Michele Emiliano, minoranza della minoranza, a caldeggiare un appoggio a un eventuale governo a trazione grillina.
DIBATTITO SU M5S NON OSCURI SCONFITTA
Oggi anche Andrea Orlando, che alle primarie contro Renzi ha raccolto il 20% dei consensi, ha smentito ogni interesse a fare la stampella ai M5s, mostrandosi però infastidito per il fatto che Renzi abbia spostato il baricentro del dibattito sulle alleanze piuttosto che sulla sconfitta elettorale.
"Il 90% del gruppo dirigente del Pd è contrario ad un’alleanza con il M5s", ha detto il ministro uscente della Giustizia dicendo che il Pd è equamente distante dai grillini e dal centrodestra.
"È stata una mossa brillante dal punto di vista comunicativo spostare il dibattito interno del Pd sul tema delle alleanze, anzi sull’alleanza con i 5stelle, oscurando così il tema del risultato elettorale. Siamo al 18%. Un solo punto sopra la Lega di Salvini", precisa Orlando riferendosi a Renzi senza citarlo.
"Alla direzione dobbiamo parlare di questo, delle ragioni profonde di questa disfatta elettorale".
Non è ancora chiaro se Renzi sarà presente alla direzione nella quale la relazione introduttiva toccherà al vicesegretario Maurizio Martina.
Calenda ha spesso avuto posizioni contrarie a quelle dei Renzi, sia quando questi era premier che nella fase di gestione del Pd.
Il ministro ha supportato il centrosinistra in campagna elettorale da esterno e la sua iscrizione è arrivata subito dopo le dimissioni di Renzi. "Risolleviamo il Pd", ha detto.
ELEZIONI-2018
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