di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Dopo il tracollo elettorale di domenica, i sostenitori più stretti di Matteo Renzi vorrebbero tenere il Pd all'opposizione nella speranza di elezioni anticipate in tempi brevi.
La minoranza interna di sinistra e altre correnti che pure avevano sostenuto Renzi chiedono invece che il segretario si faccia da parte rapidamente e non escludono un ruolo del Pd per far nascere a guida un governo del M5s.
È quanto emerge dalle conversazioni con una serie di esponenti e fonti del Pd oggi, a due giorni dal voto che ha visto il partito di centrosinistra scendere sotto il 20% dei consensi.
Ieri Renzi ha annunciato le dimissioni da segretario del Pd, dopo la riconferma dello scorso anno, ma ha detto che il nuovo leader sarà eletto dopo l'insediamento di Parlamento e governo e ha escluso che il partito partecipi ad alcuna maggioranza con gli "estremisti", cioè M5s e Lega.
I risultati delle elezioni sembrano al momento escludere la possibilità di governi che facciano a meno dell'una o dell'altra formazione.
Secondo gli esponenti renziani, il Pd non deve partecipare neanche a eventuali "governi del presidente" che comprendano tutti o quasi i partiti con l'obiettivo di varare una nuova legge elettorale e alcuni provvedimenti essenziali.
Se si andasse al voto anticipato in tempi brevi, sarebbe lo stesso Renzi a guidare la nuova campagna elettorale.
Chi critica Renzi vuole invece prima di tutto la nomina rapida di un reggente che guidi la fase congressuale per arrivare all'elezione di un nuovo segretario.
Gli oppositori vecchi e nuovi dell'ex premier non escludono di aprire un dialogo con il M5s. Non si tratterebbe per forza di un'alleanza, ma potrebbe anche consistere in un voto di astensione per far nascere un governo a guida Cinque Stelle.
Il confronto ufficiale tra le due anime del partito comincerà lunedì 12 marzo durante la riunione della direzione nazionale. In quella sede, sarà il vice segretario Maurizio Martina a tenere la relazione sui risultati del voto.