ROMA (Reuters) - Manovre in corso nel Pd dopo la sonora sconfitta alle elezioni di domenica che ha portato il segretario Pd Matteo Renzi a parlare di dimissioni anche se non prima di aprile.
La novità di oggi è l'annuncio del ministro dello Sviluppo Carlo Calenda della sua imminente iscrizione al partito, mossa apprezzata dal premier dem uscente, Paolo Gentiloni, che twitta: "Grazie Carlo!".
"Non bisogna fare un altro partito ma lavorare per risollevare quello che c'è. Domani mi vado ad iscrivere al @pdnetwork", ha twittato Calenda, sostenitore del centrosinistra in campagna elettorale pur non sempre in linea con Renzi.
Matteo Richetti, portavoce della segreteria Pd, dice "Preparo il comitato d’accoglienza!", il ministro dell'agricoltura Maurizio Martina parla di "scelta giusta", e plauso anche da Anna Finocchiaro, Sandra Zampa, Nicola Latorre.
Renzi non ha commentato ma, tramite il suo portavoce, ha fatto sapere di aver chiamato Calenda per congratularsi.
Il leader dem ieri è stato contestato da alcuni esponenti di partito per aver posticipato le dimissioni a dopo la formazione del nuovo Parlamento e governo, e stamani ha reagito annunciando che alla direzione di lunedì prossimo vorrà capire chi intenda fare una alleanza di governo con M5s o Lega, da lui osteggiata.
Il centrodestra ha vinto le elezioni del 4 marzo, con la Lega Nord che ha superato Forza Italia, ma con il 37% non ha la maggioranza per governare e dovrà cercare voti in Parlamento.
Il M5s è il primo partito con il 32%, rivendica Palazzo Chigi e ha deciso di parlare con tutti i partiti per trovare un'intesa già sulla nomina dei presidenti di Camera e Senato.
"Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il Pd a sostenere le destre o il Cinque Stelle lo dica. Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore", ha scritto oggi l'ex premier in un post su Facebook (NASDAQ:FB).
Renzi ha chiarito ieri che il partito non appoggerà alcun governo della Lega o del Movimento Cinque Stelle, nel tentativo di sbarrare la strada a una ipotesi di appoggio democratico a un governo con i pentastellati, primo partito dopo il voto.
Ad una alleanza con M5s pensa il presidente della Puglia, Michele Emiliano.
Nega invece l'ipotesi Dario Franceschini: "Non ho mai pensato sia possibile fare un governo con 5 stelle, e tanto meno con la destra...non trovo nemmeno traccia nel Pd di qualcuno che abbia in mente di farlo", scrive su Facebook parlando di opposizione come "unica strada".
Il ministro uscente dei Beni culturali invita a riflettere sugli errori certo che il vicesegretario Maurizio Martina, dopo le dimissioni di Renzi, "troverà i toni e i contenuti per tenere il partito unito e che tutti noi gli daremo una mano".
Calenda ieri ha appoggiato la volontà di Renzi di andare all'opposizione, contestando le critiche a Gentiloni e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver ritardato il ritorno alle urne.
"Trovo fuori dal mondo l'idea che la responsabilità della sconfitta sia di Gentiloni, Mattarella (x voto 2017) e di una campagna troppo tecnica", ha twittato ieri il ministro.
Renzi è stato anche costretto a far smentire una indiscrezione di Repubblica secondo cui non farà parte della delegazione Pd che si recherà al Quirinale per le consultazioni perché andrà a sciare.
"La delegazione che andrà al Quirinale sarà decisa dalla direzione nazionale del Pd...Vorremmo infine tranquillizzare tutti i polemisti di queste ore che stanno discutendo una notizia falsa, sulla presunta settimana bianca di Renzi: una notizia che semplicemente non corrisponde al vero", ha precisato il portavoce di Renzi.
Il Pd, pur finito sotto il 20%, potrebbe essere decisivo per la formazione del nuovo esecutivo.