di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Il Senato ha approvato oggi in via definitiva la nuova legge elettorale, frutto di un accordo tra Pd, Ap, Forza Italia e Lega, aprendo così di fatto la campagna elettorale in vista del voto nei primi mesi del 2018.
Dopo le cinque fiducie votate ieri da Palazzo Madama per accelerare i tempi ed evitare voti segreti, oggi il cosiddetto Rosatellum Bis è passato con 214 voti a favore e 61 contrari.
Cinque senatori del Pd non hanno partecipato al voto in dissenso sulla legge.
Hanno votato contro il M5s, Fratelli d'Italia, Sinistra Italiana e il Mdp, che ha rotto definitivamente i ponti con la maggioranza. Mentre Denis Verdini, ex coordinatore di Forza Italia e oggi alla guida del gruppo Ala, ha rivendicato il proprio sostegno al governo, e anche la disponibilità a votare lo ius soli. Favorevole anche il gruppo di centrodestra Gal.
La nuova legge elettorale prevede l'elezione di circa un terzo dei parlamentari (36%) in collegi uninominali, il resto in collegi plurinominali con liste brevi di candidati, senza preferenze.
Il Rosatellum dispone soglie di sbarramento del 3% per le liste, e del 10% per le coalizioni. Alla Camera la ripartizione dei seggi sarà su base nazionale, al Senato su base regionale.
Secondo gli stessi proponenti, questo sistema misto non garantirà per certo la governabilità, in uno scenario politico basato su tre poli (centrosinistra, centrodestra e M5s). Ma, incentivando la formazione delle coalizioni, favorirà di più la stabilità rispetto al proporzionale.
Per gli oppositori, il risultato della legge sarà quello di consentire ai leader di partiti di scegliersi direttamente parlamentari fedeli e di portare a una "grande coalizione" tra Forza Italia e Pd.
Il governo ora si prepara ad affrontare il passaggio della legge di bilancio. Ieri le fiducie sono passate con circa 150 voti ognuna. Anche aggiungendo la pattuglia di senatori Pd che non ha votato la fiducia per protesta, l'esecutivo non ha la maggioranza assoluta, quindi dovrà recuperare voti in aula. Secondo fonti governative, la modifica di alcuni punti della legge di bilancio (per esempio sul superticket) potrebbe ammorbidire la posizione di Mdp.
Per il Pd invece resta il problema delle alleanze, dopo la rottura sulla legge elettorale. In questo senso, partito e Palazzo Chigi sono al lavoro per portare in aula al Senato lo ius soli con il voto di fiducia, nonostante l'opposizione di Ap, ma col sostegno anche di Mdp e Si. Si tratterebbe dell'ultimo atto di governo.