ROMA (Reuters) - Lunedì prossimo il tribunale di Palermo dovrebbe decidere se revocare o meno la sospensione delle primarie del M5s per le elezioni in Sicilia del prossimo 5 novembre.
La sentenza probabilmente non peserà sugli equilibri elettorali dell'Isola ma è prova, come riferiscono due fonti, di uno scontro interno ai grillini, a una settimana dall'investitura del candidato premier del Movimento.
Le elezioni siciliane potrebbero rappresentare comunque un test interessante per il voto nazionale in primavera. Nessuno dei tre schieramenti principali - centrodestra, centrosinistra e M5s - sembra in grado di governare da solo, stando ai sondaggi.
La sospensione delle 'Regionarie' M5s è stata decisa dal tribunale in via cautelare lo scorso 11 settembre, dopo un ricorso presentato da un attivista, Mauro Giulivi, escluso dalle primarie perché colpito da un procedimento disciplinare. La pronuncia definitiva potrebbe arrivare lunedì mattina, quando la giudice che segue la vicenda ha convocato le parti.
Giulivi è legato a Riccardo Nuti, deputato sospeso dal M5s dopo essere stato rinviato a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulla presentazione di presunte firme false a sostegno della lista grillina per le comunali di Palermo del 2012.
Giancarlo Cancelleri, vincitore delle primarie per la presidenza della Sicilia, è invece legato a Luigi Di Maio, vice presidente della Camera e candidato premier in pectore del M5s.
"Di Maio sa che gli attacchi a Cancelleri sono mirati a colpire lui", dice una fonte M5s impegnata nella campagna elettorale siciliana. "Se qualcuno cerca vendette personali dopo la vicenda firme false, noi non abbiamo paura", aggiunge una deputata regionale grillina.
Di Maio è al momento l'unico candidato premier alle primarie M5s, il cui esito sarà annunciato tra il 22 e il 24 settembre.
Tre fonti hanno detto a Reuters che anche se la sospensione delle regionarie fosse definitiva, i 5 Stelle potrebbero ripetere la consultazione interna. Oppure confermare le candidature di presidente e consiglieri, senza un nuovo voto.
LA PROSPETTIVA DEL VOTO NAZIONALE
Il voto siciliano rappresenta l'ultimo appuntamento elettorale importante prima del rinnovo del Parlamento. Saranno chiamati a votare circa 4,5 milioni di persone. Alle ultime elezioni votò il 47,4%.
Il voto è disgiunto: si vota per eleggere il presidente e i consiglieri regionali. Il presidente ha un premio di maggioranza di 7 consiglieri.
Sia Cancelleri che il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, erano già candidati alla presidenza nel 2012, quando vinse Rosario Crocetta, del Pd. Il centrosinistra però non ottenne la maggioranza in consiglio regionale, e in cinque anni sia la composizione della giunta che della coalizione che lo sosteneva sono cambiate spesso.
Questa volta il Pd, alleato con Ap, candida invece Fabrizio Micari, rettore dell'Università di Palermo, mentre Claudio Fava sarà il candidato di Mdp, Sinistra italiana e altri partiti di sinistra.
Nei sondaggi Cancelleri e Musumeci sono sostanzialmente testa a testa (anche se il numero di elettori incerti resta altissimo). Ma nonostante il premio di maggioranza nessuno schieramento sembra in grado di conquistare il consiglio regionale senza alleanze.
Uno scenario che somiglia a quello per le elezioni nazionali, dove attualmente, con una legge sostanzialmente proporzionale sia alla Camera (dove esiste però un premio di maggioranza per chi supera il 40%) che al Senato, nessuno schieramento sembra in grado di ottenere la maggioranza.
In particolare, sarà sotto osservazione Ap, il partito del ministro degli Esteri Angelino Alfano, siciliano, che nell'isola ha una importante base elettorale. Sia il Pd che Forza Italia lo vorrebbero come alleato alle prossime elezioni, e il suo risultato il 5 novembre potrebbe modificare gli scenari.
(Massimiliano Di Giorgio)