MADRID (Reuters) - La polizia spagnola ha arrestato il vice ministro dell'Economia della Cataglogna, nel primo raid degli uffici del governo nella regione in vista di un referendum non autorizzato sull'indipendenza.
Lo riferiscono fonti del governo catalano.
Centinaia di manifestanti si sono riuniti fuori dagli uffici del ministero nel centro di Barcellona, urlando "Non passeranno" e "Voteremo", secondo quanto riferito da un testimone Reuters.
Gli sforzi della polizia di fermare il previsto voto del primo ottobre sulla separazione dalla Spagna si sono intensificati negli ultimi giorni, mentre la regione non sembra avere intenzione di fermare il referendum, che il governo centrale ritiene illegale.
"Condanniamo e respingiamo l'attitudine anti-democratica e totalitaria dello Stato spagnolo...ha attraversato la linea rossa che lo separava da un regime repressivo", ha detto il governatore della Catalogna Carles Puigdemont in una conferenza stampa a Barcellona, ribadendo il suo appello ai catalani di "difendere la democrazia" e di votare in massa al referendum.
La polizia di Stato è entrata negli uffici dei dipartimenti catalani di economia, interno, esteri, welfare, telecomunicazioni e fisco, riferisono le fonti. Secondo il quotidiano La Vanguardia, sono stati arrestati una decina di alti funzionari.
La polizia ha confermato i raid relativi al referendum, senza però fornire dettagli. Fonti del governo catalano non hanno confermato gli altri arresti.
La Corte costituzionale ha sospeso il voto dopo che il governo centrale ne ha messo in dubbio la legalità.
La Guardia Civile ha sequestrato ieri oltre 45.000 buste in cartoni che il governo catalano era pronto ad inviare per notificare il referendum alla popolazione.