(ANSA) - ROMA, 29 SET - Ormai il tempo è scaduto, o quasi: entro domani le amministrazioni pubbliche, Comuni in primis, dovranno approvare i piani di razionalizzazione delle partecipazioni. La scadenza è prevista dalla riforma Madia. Alcuni grandi comuni si sono allineati, da Venezia a Roma, e anche realtà più piccole hanno provveduto, soprattutto al Nord. Ma il pericolo di ritardi c'è, anche perché non basta presentare la ricognizione, serve una delibera.
Tuttavia l'invio di piani, che vanno trasmessi al Mef e alla Corte dei conti, non deve necessariamente coincidere con il 30 settembre. Con molta probabilità quindi temporeggiamenti di uno, due, tre settimane saranno tollerati, ma ad andare oltre si rischia. Cosa? Si perde la società o la quota detenuta, con effetto che dovrebbe essere automatico e immediato. Insomma le amministrazioni che restano immobili dovranno pagare dazio, senza contare il caos che ne può derivare.