BRUXELLES (Reuters) - La Commissione europea sostiene che l'Unione europea dovrebbe procedere con un riordino della tassazione delle aziende del mondo digitale anche se il resto dei Paesi con economie più avanzate non farà altrettanto.
E' quanto si legge in una bozza di documento, parte di uno sforzo dell'Ue di aumentare il gettito fiscale proveniente dalle multinazionali online come Amazon (NASDAQ:AMZN) e Facebook (NASDAQ:FB), accusate di pagare tasse irrisorie in Europa, dirottando la maggior parte dei loro profitti in Paesi con aliquote estremamente basse, come l'Irlanda e il Lussemburgo.
La bozza di documento, che sarà adottata domani, sostiene che in media le multinazionali con punti vendita fisici paghino più del doppio delle tasse dei loro competitor digitali.
Le grandi aziende tradizionali hanno un'aliquota mediana del 23,2%, mentre i giganti del digitale non pagano più del 10,1% e quando vendono direttamente ai consumatori, e non ad altre aziende, l'aliquota effettiva scende a 8,9%, secondo dati citati dalla Commissione.
Il documento, visto da Reuters, sarà presentato al consiglio Ue del 29 settembre, dedicato ai temi del digitale. Nonostante le divergenze e lo scetticismo da parte di alcuni degli Stati più piccoli, i 28 membri Ue dovrebbero nelle attese trovare un terreno comune sulla tassazione del digitale entro dicembre.
Secondo la Commissione, il modo migliore di ridurre le distorsioni, sarebbe una ridefinizione del concetto di "stabile organizzazione", in modo da tassare le imprese anche nei Paesi dove non hanno una presenza fisica.
Potrebbero essere considerate anche soluzioni di breve termine, come una tassa sul fatturato, secondo una proposta francese sostenuta da 10 Stati membri. Altre soluzioni nell'immediato potrebbero essere una ritenuta d'imposta su pagamenti alle imprese digitali e un prelievo sui ricavi pubblicitari o altri servizi offerti dalle aziende digitali.