WASHINGTON (Reuters) - Battuta d'arresto per il presidente Usa Donald Trump da parte della Corte suprema, che ha deciso che la sua amministrazione mantenga la protezione, che lui cercava di togliere, per centinaia di migliaia di immigrati portati illegamente negli Stati Uniti quando erano bambini.
La corte ha respinto l'appello dell'amministrazione contro l'ingiunzione di un giudice federale dello scorso 9 gennaio che bloccava il tentativo di Trump di rescindere un programma a favore degli immigrati conosciuto come "Dreamers", implementato dal 2012 dal suo predecessore, Barack Obama.
La protezione avrebbe dovuto iniziare ad essere eliminata a marzo.
In base al programma Deferred action for childhood arrivals (Daca), circa 700.000 giovani adulti, per la maggior parte ispanici, sono protetti dalla deportazione e hanno un permesso di lavoro di due anni, scaduto il quale devono fare una nuova richiesta. Il Congresso finora non è riuscito ad andare oltre con la legislazione che possa prevedere un potenziale percorso per la cittadinanza.
Il giudice distrettuale di San Francisco William Alsup ha deciso il mese scorso che Daca debba restare in vigore fino a che non ci sarà un pronunciamento sulla legalità dell'azione di Trump, spingendo l'amministrazione ad un insolito appello, bypassando la corte di appello federale per andare direttamente alla Corte suprema.
"Il programma Daca -- che fornisce permessi di lavoro e una miriade di benefici governativi a immigranti illegali in massa -- è chiaramente illegale. La decisione del giudice distrettuale di imporre nuovamente unilateralmente un programma che il Congresso aveva esplicitamente e ripetutamente respinto è un'usurpazione dell'autorità legislativa", ha detto il portavoce della Casa Bianca Raj Shah.
L'amministrazione sostiene che Obama abbia oltrepassato i suoi poteri costituzionali quando ha bypassato il governo e creato Daca.
Nella loro decisione, i giudici della Corte suprema non hanno dato le motivazioni, ma hanno respinto l'appello "senza pregiudizio", una formula che indica che la decisione non è ancora definitiva.