di Philip Pullella
CITTA' DEL VATICANO (Reuters) - Un processo storico che coinvolge 10 persone, tra cui un cardinale, prenderà il via domani in Vaticano, tra gli auspici che possa essere un punto di svolta per la credibilità finanziaria della Santa Sede dimostrando che nessuno è al di sopra della legge.
I riflettori sono puntati sul Cardinale Angelo Becciu, 73 anni, in precedenza funzionario senior dell'amministrazione vaticana, il più anziano a essere processato per crimini finanziari.
Lo scorso anno Papa Francesco, che ha tolto a Becciu l'immunità per consentirne l'incriminazione, ha licenziato il cardinale dall'ultimo incarico che ricopriva in Vaticano per presunto nepotismo. Becciu ha sempre dichiarato la propria innocenza.
Un altro imputato di spicco del processo, che ruota principalmente attorno all'acquisto di un immobile in uno dei quartieri più eleganti di Londra, è l'avvocato svizzero Rene Bruelhart, un tempo a capo della divisione di intelligence finanziaria del Vaticano. Bruelhart nega qualsiasi responsabilità.
I due outsider principali sono due broker finanziari italiani Gianluigi Torzi e Raffaele Mincione, che hanno entrambi negato ogni accusa.
Si prevede che durante le udienze che si terranno domani e mercoledì vengano affrontate questioni preliminari e che il processo venga rinviato a ottobre, quando si terranno due udienze a settimana.
Il processo si terrà presso un'aula allestita nei Musei Vaticani a causa delle restrizioni anticovid, poiché la normale aula delle udienze del Vaticano risulta troppo piccola a causa del numero di imputati, legali e giornalisti che saranno presenti.
"Ritengo che questo processo segni un punto di svolta che può apportare maggiore credibilità alla Santa Sede in campo finanziario", ha detto padre Juan Antonio Guerrero, capo della Segreteria per l'economia (Spe) del Vaticano.
"Il semplice fatto che questo processo abbia luogo significa che i controlli interni hanno funzionato. Le accuse sono giunte da dentro il Vaticano", ha detto il funzionario al sito web Vatican News.
"RAGGIRO, ESTORSIONE"
Nel 2014 la Segreteria di Stato ha investito oltre 200 milioni di euro, gran parte dei quali provenivano dai contributi dei fedeli, in un fondo gestito da Mincione, assicurandosi circa il 45% di una costruzione commerciale e residenziale al 60 di Sloane Avenue, nel distretto londinese di SouthKensington.
La condanna emessa il 3 luglio attestava che Mincione ha provato a ingannare il Vaticano, che nel 2018 ha tentato di chiudere il rapporto con il broker.
La Segreteria si è rivolta a Torzi per rilevare il resto dell'edificio, accusandolo però poi di estorsione.
A quel tempo Becciu ricopriva, per l'ultimo anno, l'incarico di sostituto per gli Affari Generali (MI:GASI) della Segreteria di Stato, una posizione amministrativa di rilievo che si occupa di gestire centinaia di milioni di euro.
Nel complesso la Segreteria di Stato ha investito oltre 350 milioni di euro, secondo i media vaticani, e ha subito "enormi perdite", come ha detto a Reuters lo scorso anno George Pell, ex tesoriere del Vaticano.
Becciu è accusato di cinque capi di accusa per appropriazione indebita, due per abuso di ufficio e uno per aver indotto un testimone a dichiarare il falso. Il cardinale è inoltre accusato di aver distribuito denaro e contratti ad aziende e organizzazioni di beneficenza controllate dai suoi fratelli in Sardegna, regione di origine dell'ex funzionario vaticano.
Anche un'altra sarda che ha lavorato per Becciu, Cecilia Marogna, di 40 anni, è stata accusata di peculato. L'imputata ha negato ogni accusa.
Una battuta di arresto iniziale potrebbe essere causata dal fatto che Torzi, che vive a Londra, è soggetto a una richiesta di estradizione da parte dei magistrati italiani che vogliono processarlo per altri presunti crimini finanziari, tra cui dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture e frode fiscale non collegate alla proprietà di Londra.
La legale di Torzi, Ambra Giovene, ha detto a Reuters che il broker non può lasciare Londra prima dell'udienza italiana per estradizione e pertanto al momento gode di legittimo impedimento dal processo, status che Giovene intende comunicare al tribunale vaticano.
Lo scorso anno il Papa ha privato la Segreteria di Stato del controllo sui fondi, che ha trasferito a un altro dipartimento della Sante Sede, con supervisione aggiuntiva da parte della Spe.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Stefano Bernabei, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)