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Ventesimo calo consecutivo per immatricolazioni di camion e bus

Pubblicato 29.05.2013, 16:30
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Per la ventesima volta consecutiva pesante calo in aprile per le immatricolazioni di camion e bus in Italia (autoveicoli commerciali, industriali e autobus secondo la dizione ufficiale).

Il comparto ha fatto registrare un calo del 20,2%, che segue una contrazione del 31,7% nell’intero 2012 e cali del 23,6% in gennaio, del 31,1% in febbraio e del 20,3% in marzo.

La ragione di fondo della crisi del comparto, secondo il Centro Studi Promotor, è ben nota ed è la situazione economica e, in particolare, il deterioramento del quadro generale prodottosi a partire dall’estate 2011, con il varo della politica di austerità senza crescita.

D’altra parte, il calo del mercato di camion e bus è perfettamente coerente con la diminuzione dell’attività nel settore dei trasporti che risulta sia dal calo del traffico in autostrada che dalla contrazione dei consumi di carburante.  

All’interno del comparto dei camion e bus la situazione più grave è quella dei veicoli commerciali che accusano una diminuzione di immatricolazioni del 22,2% in aprile e del 25% in gennaio-aprile, mentre leggermente meno grave è la situazione per i veicoli industriali (-4,4% in aprile e -17,7% nel quadrimestre gennaio-aprile) e decisamente meno serio appare il quadro per gli autobus (+2% in aprile e -4,8% nel quadrimestre gennaio-aprile).  

La situazione italiana per il comparto di camion e bus complessivamente considerato è indubbiamente tra le più preoccupanti in Europa.

L’area dei paesi dell’Unione Europea e dell’EFTA ha fatto registrare in aprile la prima crescita (+4,2%) dal gennaio 2012 che ha consentito di contenere il calo del primo quadrimestre nel 7,4%.

Come è noto, anche per i camion e bus, come per le autovetture, segnala il Centro Studi Promotor, le difficoltà di mercato riguardano soltanto la zona euro.

Infatti nel consuntivo a fine aprile per l’intero comparto dei camion e bus l’eurozona fa registrare un calo del 12,1%, mentre i paesi dell’Unione che non adottano l’euro fanno registrare una crescita del 4,9% ed hanno quindi un andamento coerente con quello del resto del mondo dove il mercato dell’auto continua da essere in espansione.


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