MILANO (Reuters) - Diciotto manager della banca svizzera PKB, con sede a Lugano, sono indagati dalla procura di Milano per riciclaggio e frode fiscale in relazione alla voluntary disclosure di 198 clienti a partire dal 2015.
Lo ha detto il procuratore capo di Milano Francesco Greco, spiegando che i manager sono perlopiù residenti in Italia ma con centro di interesse in Svizzera.
Oggi la Guardia di Finanza ha perquisito i domicili dei manager italiani e sta effettuando un'ispezione informativa presso Cassa Lombarda, controllata italiana di PKB. Entrambe le banche operano nel private banking.
In una nota PKB prende atto dell'apertura dell'indagine e afferma di ritenere che "la banca e i suoi collaboratori abbiano sempre operato nel rispetto delle normative vigenti, considerando che da tempo la banca dispone della licenza di Lps in Italia". In base alla regolamentazione europea la licenza della libera prestazione di servizi (Lps) consente, con alcuni vincoli, a un soggetto finanziario extra-Ue di operare in un Paese Ue.
Non è stato possibile al momento ottenere un commento da Cassa Lombarda.
I manager, in base all'indagine condotta dal pm Elio Ramondini, raccoglievano in Italia denaro che sapevano essere frutto di evasione fiscale e lo portavano in Svizzera nelle casse della PKB, ha spiegato Greco.
"Abbiamo analizzato un milione e mezzo di contatti telefonici e mappato tutta l'attività di questi manager, verificando l'esistenza di una stabile organizzazione occulta" ha detto Greco.
L'inchiesta è partita dalla documentazione presentata all'Agenzia delle Entrate da 198 clienti italiani, residenti tra Milano e provincia, per lo più imprenditori e professionisti che hanno aderito alla voluntary disclosure. Nel complesso hanno dichiarato le loro disponibilità estere per 409 milioni di euro.
L'attenzione, ha spiegato poi Greco, si è concentrata su una cinquantina di clienti di PKB (non indagati perché hanno fatto la voluntary), i quali hanno riferito dell'esistenza di una rete di 'relationship manager' impegnati a procacciare clienti in Italia e ad aiutarli a evadere il fisco.
Uno schema molto simile, ha ricordato il magistrato, era emerso nell'ambito dell'indagine su Credit Suisse. In quella occasione era stato scoperto dagli inquirenti una sorta di 'manuale dell'evasore', con una dettagliata serie di istruzioni ai funzionari per aggirare le indagine, come non usare telefonini o pc aziendali, non portare in Italia nessun documento collegabile alla banca o non restare più di tre giorni in uno stesso hotel.
L'attività dei manager di PKB sarebbe stata agevolata dalla controllata Cassa Lombarda.
Quella su PKB non è l'unica indagine aperta sulla banche a Milano. "Stiamo monitorando diverse banche e non ci fermiamo qui" ha detto Greco.
Sotto osservazione, in particolare, ci sono le modalità con cui un istituto di credito fornisce ai clienti 'consigli' su come aggirare il fisco. "L'Agenzia delle Entrate - ha detto il procuratore - ha ricostruito una banca dati dei 130 mila cittadini italiani che hanno aderito alla 'voluntary disclosure' e c'è una lista di 250 banche estere dove sono stati depositati i soldi. La Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate hanno condotto operazioni molto importanti in questi anni e anche molto coraggiose perché, grazie a loro, alcuni soggetti che non hanno pagato le tasse in nessuna parte del mondo hanno cominciato a pagare".
Lo scorso febbraio Finma, l'autorità svizzera di vigilanza sui mercati, ha detto che PKB ha ampiamente infranto le regole sul riciclaggio in attività legate ai gruppi brasiliani Petrobras e Oderbrecht. Il procuratore generale svizzero ha aperto un'indagine penale contro la banca per non aver prevenuto l'attuazione di possibili crimini.