Investing.com - Il prezzo dell’oro scende negli scambi della mattinata europea di questo venerdì, attestandosi vicino al minimo di cinque anni e mezzo poiché i dati che hanno mostrato una crescita dell’economia USA nel secondo trimestre hanno alimentato le aspettative di un aumento dei tassi di interesse nel corso dell’anno.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre scendono dello 0,73% a 1.080,70 dollari.
Il contratto di dicembre ha chiuso la seduta di ieri in calo dello 0,42% a 1.088,70 dollari l’oncia.
Supporto a 1.073,70 dollari, il minimo dal 24 luglio e di cinque anni e mezzo, e resistenza a 1.098,20 dollari, il massimo di ieri.
Il prezzo dell’oro è sceso dopo i dati di ieri del Dipartimento per il Commercio secondo cui il prodotto interno lordo statunitense è cresciuto al tasso annuo del 2,3% nel trimestre terminato a giugno. La crescita del primo trimestre è stata rivista al rialzo ad un aumento dello 0,6% da una contrazione precedentemente riportata dello 0,2%.
Sebbene gli economisti avessero previsto una crescita del 2,6%, il report indica comunque una solida ripresa economica.
I dati hanno seguito la dichiarazione sui tassi della Fed rilasciata mercoledì, in cui la banca ha sottolineato il continuo miglioramento dell’economia e del mercato del lavoro, alimentando le aspettative di vedere un primo aumento dei tassi di interesse in occasione del vertice di settembre.
I funzionari della Fed ritengono che l’economia sia in fase di ripresa dopo il rallentamento visto nel primo trimestre e che stia “moderatamente crescendo”.
La Presidente della Fed Janet Yellen ha reso noto che la banca centrale potrebbe alzare i tassi già a settembre se l’economia dovesse continuare a migliorare come previsto.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 97,51 negli scambi della mattinata europea, vicino al massimo di una settimana di 97,89 toccato ieri.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a settembre crollano dell’1,06% a 14,545 dollari l’oncia troy, mentre i futures del rame con consegna a settembre scendono dello 0,45% a 2,366 dollari la libbra.