Questa settimana corta per festa (i mercati statunitensi sono chiusi per il Labor Day questo lunedì) dovrebbe essere piuttosto tranquilla.
A prescindere dalla direzione che prenderà il mercato, di seguito parleremo di un titolo che probabilmente sarà richiesto e di un altro che potrebbe vedere ulteriori ribassi.
Ricordate però che la nostra tempistica si riferisce solamente alla settimana in apertura.
Il titolo da comprare: Exxon Mobil
Credo che le azioni di ExxonMobil (NYSE:XOM) potrebbero rivisitare i recenti massimi storici questa settimana, nei timori che le nuove sanzioni di USA ed Europa sul settore energetico russo comporteranno un grave sconvolgimento globale delle scorte petrolifere.
I ministri delle finanze del G7 hanno deciso di introdurre un tetto al prezzo del greggio e dei prodotti petroliferi russi.
In risposta, la Russia ha annunciato che non venderà ai paesi che imporranno il tetto, avvertendo che destabilizzerà i mercati energetici globali.
Esperti ed analisti del settore hanno già prospettato che uno sconvolgimento delle forniture russe potrebbe far schizzare i prezzi del greggio a massimi record sopra i 200 dollari al barile.
La Russia esporta circa 5 milioni di barili di petrolio al giorno, ed è il secondo esportatore mondiale dopo l’Arabia Saudita.
Il petrolio viene supportato inoltre dalle aspettative che l’OPEC+ discuterà di tagli alla produzione questa settimana.
Fonte: Investing.com
Il titolo XOM, che ha battuto di gran lunga il mercato quest’anno, ha chiuso venerdì a 95,59 dollari, vicino al picco record di 105,57 dollari dell’8 giugno.
Il titolo del colosso di Irving, Texas, è schizzato del 56,2% sull’anno in corso, con una market cap di 398 miliardi di dollari, grazie ai prezzi alti delle materie prime, al miglioramento della domanda globale ed alle operazioni.
Inoltre ha beneficiato del fatto che gli investitori cercano di ripararsi da ulteriore volatilità indotta dalla Fed scegliendo titoli di petrolio e gas con valutazioni ragionevoli ed un forte dividendo.
Il settore energetico resta uno dei maggiori successi del 2022, con un rialzo del 44% sull’anno in corso nonostante un recente calo.
Il titolo da vendere: DocuSign
Mi aspetto che DocuSign (NASDAQ:DOCU) viva una settimana complicata, con gli investitori che si preparano a dei risultati finanziari deludenti, nei timori per le prospettive a lungo termine della società di firma elettronica.
In base ai movimenti sul mercato delle opzioni, i trader si aspettano una forte oscillazione delle azioni DOCU dopo il report, con un possibile movimento di circa il 19,6% in qualsiasi direzione.
Fonte: InvestingPRO+
Le stime indicano che la società di San Francisco riporterà utili per azione di 0,42 dollari quando pubblicherà i dati del secondo trimestre dopo la chiusura dei mercati USA giovedì 8 settembre, giù del 10,8% dall’anno scorso.
I ricavi dovrebbero salire del 17,7% su base annua a 602,3 milioni di dollari.
Se confermato, sarebbe il ritmo di crescita più lento delle vendite annue nella sua storia, rispecchiando il calo della domanda per i suoi strumenti dovuto alla fine delle restrizioni per il COVID.
Di conseguenza, l’aggiornamento di DocuSign circa le aggiunte totali di clienti sarà sotto la lente in questo contesto operativo difficoltoso.
Inoltre, sarà seguita la stima sul resto dell’anno, nei timori che la storia di crescita della compagnia sia vicina alla fine, tra i numerosi macro-ostacoli.
In effetti, le stime della compagnia nei tre trimestri precedenti hanno deluso le attese, innescando un selloff delle azioni, che al momento si trovano vicino ai minimi dal settembre 2019.
Fonte: Investing.com
Il titolo DOCU, crollato del 64% sull’anno in corso, ha chiuso la seduta di venerdì a 54,45 dollari, circa l’82% al di sotto del picco record di 314,76 dollari del luglio 2021.
Ai livelli attuali ha una market cap di 10,9 miliardi di dollari.
DocuSign, schizzato durante la pandemia e considerato uno dei maggiori successi del contesto del lavoro da casa, ha visto la sua valutazione crollare tra i tonfi dei titoli tech ad alta crescita, soprattutto quelli con dei rapporti prezzo/utili molto alti.
Nota: Al momento della scrittura, Jesse non ha posizioni su nessuno dei titoli menzionati. Le opinioni presentate in questo articolo sono unicamente l’idea dell’autore e non devono essere considerate un consiglio di investimento.
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