Dopo quattro anni tumultuosi, la presidenza di Trump è giunta al termine. Ieri, come previsto, Joe Biden è entrato alla Casa Bianca diffondendo un messaggio di speranza e unità. Mentre il discorso di inaugurazione di Biden è stato breve e poco dettagliato (sotto il punto di vista finanziario ovviamente), il cambiamento di politica rispetto all'era Trump non potrebbe essere più inequivocabile. Il nuovo Presidente si è messo subito all'opera revocando molte delle decisioni del suo predecessore.
Per i mercati, il fatto che Biden hanno sottolineato che farà di tutto pur di alleviare la pandemia e rilanciare l'economia ha compensato le preoccupazioni sui probabili tagli fiscali e la regolamentazione facenti parte del programma presidenziale. Biden ha già annunciato un piano di stimolo da 1,9 trilioni di dollari per integrare gli aiuti da 900 miliardi di dollari concordati dal Congresso a dicembre, ciò detto gli investitori sperano che il rapporto costruttivo con il leader della minoranza al Senato (Mitch McConnel) possa facilitare accordi bipartisan sia per l'attuale proposta sia per piani successivi.
Importante evidenziare come ieri non si siano ripetute le scene violente viste di recente, poi molto probabilmente le aspettative per i prossimi quattro anni saranno meno imprevedibili e divisive.
Tutti e tre i principali indici di Wall Street hanno chiuso ai massimi storici, con il Nasdaq Composite (+ 2%) in testa, seguito dall'S&P 500 (1,4%), mentre il Dow Jones (0,8%) è rimasto un po' indietro. I guadagni sono stati i più importanti, nel giorno dell'insediamento del nuovo Presidente, dal 1985. Gli investitori stanno scomettendo sui democratici e sul fatto che la spesa pubblica servirà a porre fine alla crisi pandemica.
I mercati puntano anche a una stretta collaborazione con la Fed, scommessa che deriva dal fatto che il nuovo Segretario al Tesoro è Janet Yellen.
Anche se i pacchetti di stimoli dovessero incontrare resistenza al Congresso e l'ammontare non dovesse essere all'altezza delle aspettative, l'economia statunitense si sta dimostrando ancora una volta più resistente di quanto molti si aspettassero. Gli utili societari annunciati finora sono stati piuttosto solidi, riducendo il rischio di una correzione del mercato azionario nel primo trimestre.
Per quanto riguarda l'Europa, oggi spazio alla BCE. I timori di chiusure prolungate nelle principali economie del vecchio continente e il lento lancio di vaccini sono le ragioni principali per cui l'euro ha avuto una performance inferiore nelle ultime sessioni, sebbene la moneta unica sia riuscita ad avvantaggiarsi del rally Biden, recuperando di nuovo l'area di 1,21 dollari.
L'incertezza in vista della decisione di politica monetaria ha contribuito al precedente indebolimento dell'euro, soprattutto a seguito delle indiscrezioni secondo cui la BCE starebbe prendendo in considerazione gli spread di rendimento dell'Eurozona.
Chiudiamo segnalando come la Banca del Giappone abbia lasciato tutto invariato, ma ciò ha portato a un indebolimento della valuta di riferimento in questa prima parte di giornata.