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L’indice S&P 500 è sceso del 15,8% sull’anno in corso (ytd) ed è circa il 17% al di sotto della chiusura record del 3 gennaio. L’indice Nasdaq Composite segna -28,6% ytd e si trova il 31% al di sotto del massimo storico del 19 novembre 2021.
Il Dow Jones è l’indice sceso di meno, con -6,1% ytd e circa -7,7% dal picco record dell’inizio dell’anno.
Malgrado il lungo selloff, il colosso dell’energia Exxon Mobil (NYSE:XOM) e il gigante della sanità Merck (NYSE:MRK) offrono un po’ di sollievo agli investitori, brillando su un mercato complicato.
Exxon Mobil
Il 2022 è stato un anno glorioso per Exxon Mobil. Le azioni della società con sede ad Irving, Texas, che hanno iniziato gli scambi a 61,19 dollari il 1° gennaio per poi schizzare a 114,66 dollari l’8 novembre, registrano +86,6% ytd, in scia al furioso rally dei prezzi di greggio e gas naturale.
Ai livelli attuali, Exxon, che ha decisamente battuto la performance dei rivali (Chevron (NYSE:CVX) (+58,4% ytd), Shell (NYSE:SHEL) (+30,9% ytd), TotalEnergies (NYSE:TTE) (+21,4% ytd) e BP (NYSE:BP) (+31% ytd)), è l’ottava compagnia con più valore quotata sulla borsa statunitense.
Secondo me, XOM resta uno dei titoli migliori da possedere andando verso l’anno nuovo, grazie agli sforzi della compagnia di restituire capitale agli azionisti, con un bilancio forte ed alti livelli di flussi di cassa disponibili. Vanta anche una valutazione relativamente economica.
Il colosso del petrolio e del gas ha riportato un profitto trimestrale record di 19,7 miliardi di dollari il mese scorso, quasi pari ai 20,7 miliardi guadagnati da Apple (NASDAQ:AAPL) nello stesso periodo. Ha registrato circa 43 miliardi di dollari di profitti nei primi nove mesi del 2022, con +19% su base annua.
Exxon ha reso noto di aver restituito 8,2 miliardi di dollari agli azionisti nel periodo luglio-settembre, compresi 3,7 miliardi di dollari di dividendi e 4,5 miliardi di dollari di riacquisti di azioni. La compagnia ha riacquistato 10,5 miliardi di dollari di azioni finora quest’anno.
Credo che Exxon sia ben posizionato per proseguire la sua forte performance, continuando a trarre vantaggio dai prezzi alti delle materie prime e dall’aumento della produzione nel bacino Permiano.
Con un rapporto prezzo/utili (P/E) di 9,0, il titolo è sottovalutato date le prospettive di crescita della società.
Merck
Le azioni del colosso farmaceutico con sede a Rahway, New Jersey, schizzate al massimo storico di 107,09 dollari ieri dopo aver iniziato l’anno a 76,64 dollari, sono balzate del 39,5% ytd.
La casa farmaceutica segna la performance migliore dell’anno tra i nomi compresi nell’Health Care Select Sector SPDR® Fund (NYSE:XLV), battendo rivali come Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) (+3,3% ytd), Eli Lilly (NYSE:LLY) (+30,6% ytd), AbbVie (NYSE:ABBV) (+18% ytd) e Pfizer (NYSE:PFE) (-16,8% ytd), grazie alla robusta domanda per i suoi farmaci.
Merck è ben posizionato per ulteriori guadagni nei prossimi mesi, continuando a beneficiare dei fondamentali forti, che contribuiranno ad alimentare la crescita futura degli utili e dei flussi di cassa disponibili, permettendogli di mantenere l’attenzione sui ritorni agli azionisti.
Ha battuto le stime su profitti e ricavi ogni trimestre finora quest’anno e, a fine settembre, aveva oltre 11 miliardi di dollari di liquidità.
Con un forward P/E di 14,1 ed un dividendo annuo di 2,76 dollari ad azione con un rendimento relativamente elevato del 3,20%, il titolo Merck ha ancora parecchio spazio per estendere il rialzo, il che lo rende un investimento solido, con forti prospettive di crescita a lungo termine.
Nota: Al momento della scrittura, Jesse è long su Dow Jones Industrial Average, S&P 500 e Nasdaq 100 tramite SPDR Dow ETF, SPDR S&P 500 ETF e Invesco QQQ ETF. È long anche sull’Energy Select Sector SPDR ETF e sull’ Health Care Select Sector SPDR ETF. Le opinioni presentate in questo articolo sono unicamente l’idea dell’autore e non devono essere considerate un consiglio di investimento.
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